sabato 27 Luglio 2024

Presidente imposto

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Incredibilmente Bush risulta non apprezzato dalla maggioranza degli americani, ad un mese dalla sua rielezione. I brogli elettorali nelle recenti elezioni presidenziali prendono forma sempre di più.

WASHINGTON – Il 52 per cento degli americani ritiene che il segretario alla Difesa Donald Rusmfeld – oggetto di critiche, anche da parte Repubblicana, all’interno del Congresso e del quale il presidente George Bush ha invece preso le difese – dovrebbe dimettersi. Di parere contrario il 36 per cento dei 1002 interpellati tra venerdì e domenica scorsi per un sondaggio Cnn/Usa Today/Gallup. Il restante 12 per cento si è detto indeciso.

Il tasso di approvazione della gestione di Rumsfeld è passato dal 71 per cento registrato nel mese di aprile 2003, nel pieno della fase di invasione della guerra in Iraq, al 41 per cento di oggi.

Quanto al presidente, il suo operato viene apprezzato dal 49 per cento degli interpellati, 6 punti percentuali in meno rispetto al novembre. E’ la prima volta – ricorda la Cnn sul suo sito – che un presidente in carica fa registrare un tasso di approvazione inferiore al 50 per cento ad un mese dalla sua rielezione.

Gli americani sono invece convinti in larga maggioranza della validità delle elezioni presidenziali: malgrado le contestazioni in Ohio ed in altri stati, il 77 per cento del campione ritiene che il voto si sia svolto in modo corretto. Per il 19 per cento invece la rielezione di Bush è stata ottenuta anche grazie a brogli elettorali.

L’opinione pubblica americana è convinta che sarà inevitabile mantenere una presenza di truppe in Iraq anche dopo le elezioni irachene del prossimo 30 gennaio: per il 41 per cento del campione il voto non porterà infatti alla nascita di un governo stabile, mentre per il 40 per cento, anche se questo dovesse accadere, le forze americane dovrebbero restare. Solo il 15 per cento conta su un possibile ritiro entro un anno dalle elezioni.

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