domenica 13 Ottobre 2024

Prove tecniche di occultamento.

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La notte tra il 6 e 7 luglio 1945 oltre cinquanta civili, uomini e donne, furono massacrati a Schio. La guerra era finita da due mesi.

Domenica prossima, nel 59° anniversario dell’eccidio di Schio, in una delle città simbolo delle stragi partigiane, i combattenti reduci della RSI e i giovani di tutta Italia, organizzano una manifestazione per commemorare tutti gli italiani, civili e militari, vittime della cieca violenza “Resistenziale”, affinché i tragici fatti di quei mesi non cadano nell’oblio.
In questi ultimi due anni si sono svolte manifestazioni pacifiche e sempre più numerose … ma sembra che ricordare qualcosa diverso dal 25 aprile a qualcuno dia fastidio …


da: “Il Giornale di Vicenza” – 6 luglio 2004:


Vicina l’intesa in grado di bloccare dal 2005 ogni altra manifestazione
Eccidio, verso la strada della riappacificazione
Il sindaco Dalla Via lancia un segnale importante insieme all’Anpi

di Mauro Sartori

…Oggi dovrebbe arrivare l’ok della Questura, con la determinazione degli spazi entro i quali il corteo dei repubblichini (fra reduci e giovani fiancheggiatori l’anno scorso sfilarono in 600). Rifondazione Comunista sembra intenzionata a rispondere con una contromanifestazione, ma è da registrare soprattutto il contenuto della lettera del comitato, inviata alle autorità e che riportiamo integralmente a parte, e l’apertura dell’Amministrazione comunale verso una riappacificazione completa. «Sarò presente domani sera alla messa di suffragio voluta dai parenti – premette il sindaco Luigi Dalla Via -. È un segno di attenzione con cui auspico che le riflessioni fatte in questi giorni consentano l’anno prossimo, in occasione del sessantesimo anniversario dell’Eccidio, alla città di fare un passo avanti, sulla strada della riconciliazione».
Poche parole che valgono come un’attesa apertura di credito verso una commemorazione ufficiale di quanto accadde quella notte nell’edificio che attualmente ospita la biblioteca civica, una ferita aperta per Schio che sino ad oggi stenta a rimarginarsi. Concetti distensivi arrivano pure dall’Anpi vicentina e veneta che, nel condannare la manifestazione dei repubblichini, così si rivolge ai parenti: «Ribadiamo la nostra condanna nei confronti dei tragici fatti di Schio, siamo vicini al dolore dei famigliari delle vittime e auspichiamo ardentemente che essi, animati dallo spirito unitario che sorregge la comunità scledense, riconoscano il 25 aprile come festa della Libertà, della Pace e della Giustizia di tutti gli italiani».
Tutti segnali che indicano come fra comitato, Anpi e Comune ci sia spazio per un’intesa in grado di bloccare, dal 2005, ogni altro tipo di manifestazione.

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