La Yukos, il gigante in mano al partito cosmopolita antirusso, annuncia l’arresto della produzione. Continua il braccio di ferro, per ora a vantaggio del Nuovo Zar.
Gia’ nei prossimi giorni le unita’ del colosso petrolifero russo Yukos potrebbero bloccare la loro produzione, mentre oggi gli ufficiali giudiziari hanno ordinato che quattro delle unita’ produttive interrompano la vendita di greggio. Lo ha fatto sapere una fonte dell’impresa, che ha confermato la notizia data dall’agenzia Interfax. L’annuncio, che rischia di accelerare il collasso della compagnia, ha fatto anche calare vistosamente le sue azioni sulla piazza di Mosca. Alle 12,54 (ora locale) i titoli erano a -9,72%, a 3,25 dollari. Intanto la nomina di Igor Sechin, funzionario del Cremlino, alla presidenza dell’altro gigante petrolifero statale, Rosneft, ha reso piu’ pressanti le voci degli analisti, secondo cui Rosneft sarebbe un possibile offerente per l’acquisto degli asset Yukos. L’azienda ha negato ogni interesse nell’affare, ma il quotidiano ‘Vedomosti’, la settimana scorsa, aveva scritto che il gruppo aveva portato la sua offerta a oltre 1 miliardo di dollari e poteva essere interessato alla piccola unita’ produttiva di Yukos nella Siberia orientale.