sabato 27 Luglio 2024

Quando i nostri non avevano il torcicollo

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Cinquant’anni fa e precisamente il 6 febbraio del 1969, a Roma, all’Università “La Sapienza”, nella Facoltà di Giurisprudenza occupata, si svolse un confronto sul Tnp, il Trattato di non proliferazione (nucleare), tra alcuni esperti da noi invitati e gli studenti.
L’armamentario nucleare mondiale è tornato d’attualità da quando il presidente statunitense Donald Trump ha deciso di cancellare i vincoli di un accordo firmato la Mosca relativo ai missili a medio raggio. Ma torno a cinquant’anni fa.
Che cos’era il Tnp? L’anno prima (eravamo a luglio del 1968) gli Stati Uniti d’America (con il solito accompagnamento britannico) e l‘Unione Sovietica avevano firmato un trattato per impedire ai paesi non ancora in possesso di armi nucleari di procurarsele. Era prevista un’Agenzia internazionale per controllare anche lo sviluppo pacifico dell’energia nucleare. Come poi è andata a finire è noto: nel 1975 l’Italia sottoscrisse mentre altri rifiutarono e oggi Israele, India, Pakistan e Corea del Nord sono potenze nucleari. Anche la Germania aveva dovuto firmare ma con la clausola che «nessun disposto del trattato può essere interpretato come freno dello sviluppo futuro dell’unificazione europea, in particolare dell’istituzione di un’Unione europea dotata di competenze proprie». Nell’Unione europea c’è la Francia, che è una potenza nucleare, per cui è chiaro il significato della precisazione tedesca.

All’epoca alcuni di noi speravano (e io l’aspetto da un momento all’altro) nell’energia nucleare a fusione. Alimentato dall’acqua del mare, un grande anello, confinato elettromagneticamente, avrebbe prodotto energia elettrica senza scorie radioattive e senza problemi di successivi smantellamenti. A tenere imbrigliata la fusione nucleare non sarebbero stati mantelli di piombo, acciaio e cemento armato, bensì un campo magnetico circolare. L’ho detta grossolanamente, ma uno dei nostri leader, Enzo Maria Dantini, morto d’infarto, l‘avrebbe bene spiegato. Un altro dei nostri (del quale non faccio il nome perché si sforza da anni di far dimenticare la sua partecipazione a Lotta di Popolo ed è oltremodo permaloso) potrebbe illustrare la faccenda… comunque il succo è: l’energia nucleare a fissione è pericolosa e genera un tipo di inquinamento non smaltibile se non a costi altissimi con tecniche non sicure al 100%; quella a fusione non impiega materiali radioattivi ed è “pulita”.
Quando seppi della fusione nucleare, mi entusiasmai (nonostante fossi meno di un capra nelle cosiddette scienze esatte) perché l’anello di confinamento, chiamato tokamak, mi fece subito pensare all’anello magico forgiato dal Nibelungo per assicurarsi il dominio del mondo. Dopo millenni di ricerche, saremmo dunque tornati alle origini. L’unico anello che l’hobbit Frodo, nella saga di Tolkien, deve distruggere è una rimasticatura riuscita dell’antico mito.

Ciò che allora contestammo fu il fine del Tnp, giacché assicurava una sorta di monopolio nucleare a Mosca e Washington. Sapevamo, ovviamente, che l’Italia era una delle prime potenze al mondo a produrre elettricità con impianti nucleari (prima di noi c’erano soltanto Usa e Inghilterra) e che lo “scandalo Ippolito” (il presidente del Cnen-Comitato nazionale per l’energia nucleare, che aveva costruito a Latina la prima centrale nucleare, era stato arrestato su denuncia di Giuseppe Saragat, notoriamente uomo degli americani) era stato costruito ad arte per bloccare la crescita dell’industria nucleare italiana, ma sul tappeto c’era l’indipendenza nazionale.
Ecco il testo centrale del volantino che distribuimmo all’università come Movimento studentesco di Giurisprudenza:

«Il Trattato di non proliferazione si profila oggi come problema del quale il mondo studentesco deve prendere indilazionabilmente coscienza.
Gli studenti di Giurisprudenza hanno sentito l’esigenza di promuovere un dibattito per analizzare gli aspetti giuridici e politici del Trattato che viene a porre una inaudita ipoteca alla ricerca scientifica del nostro paese, senza per altro diminuire per nulla il potenziale atomico degli imperialismi russo e americano ed inoltre limita le possibilità di accesso dei paesi europei a quella che sarà la fonte di energia del futuro: l’energia atomica».
Oggi l’energia nucleare a fissione è un mostro che nessuno vuole in casa mentre è in corso la gara per chi arriva prima a controllare il plasma (il quarto stato della materia) della fusione nucleare. Il tokamak è in sperimentazione negli Usa, in Giappone, in Germania, in Italia, in Francia… Il progetto che dà più speranze è l’europeo Jet (Joint european torus), il più grande reattore a fusione finora costruito.

PS meno di tre mesi più tardi il Movimento Studentesco di Giurisprudenza confluiva in Lotta di Popolo che ne era la naturale evoluzione.

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