sabato 15 Marzo 2025

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Taiwan contro la Cina. Un bel nazionalismo al quale rinato sentimento non è forse estranea la scelta delle Triadi di spostare i crocevia del narcotraffico dall’antica area nazionalista ai porti meridionali della Cina. Né le geostrategie Usa, ovviamente.

Il 70% dei taiwanesi considera il proprio paese una nazione sovrana e indipendente. Lo afferma un sondaggio condotto dal Taiwan Think Tank, un ente privato filo-governativo di ricerca che ha intervistato 1076 adulti taiwanesi.
Più del 60% degli intervistati appoggia la controversa proposta del presidente Chen Shui-bian di indire un referendum per dichiarare la sovranità dell’isola e quindi la sua indipendenza; il 23% degli interpellati
si oppone a questa proposta.
Secondo Hsu Yung-ming, ricercatore all’Accademia Sinica di Taipei, il sondaggio mostra che la società taiwanese sta raggiungendo un consenso sulla situazione politica dell’isola. “I candidati che appoggiano sovranità di Taiwan e la sua indipendenza potranno ottenere l’appoggio degli elettori nelle elezioni del mese prossimo”.
La ricerca ha indagato anche sull’appartenenza etnica della popolazione dell’isola: il 56,7% si considera taiwanese, il 19,2% dice di essere taiwanese e cinese, il 14,3% solo cinese.
La questione se gli Stati Uniti difenderanno Taiwan in caso di uno scontro militare con la Cina divide a metà l’opinione pubblica dell’isola: il 42% teme che gli Usa, per mantenere rapporti stretti con la Cina continentale,
sacrifichino gli interessi di Taiwan, il 40% pensa che Washington sarà dalla parte di Taipei in caso di conflitto.
Intanto per la prima ieri truppe taiwanesi hanno simulato la difesa da un’invasione cinese in uno scontro a fuoco in ambiente urbano.
All’esercitazione, svoltasi nelle contee meridionali di Pingtung e Taichung, hanno preso parte 1700 soldati. Un portavoce dell’esercito ha dichiarato che “obiettivo dell’esercitazione è stato esaminare le nostre capacità di comando e combattimento”.
La simulazione bellica arriva in un periodo in cui le tensioni fra Cina e Taiwan sono in fase acuta: Pechino è preoccupata che il presidente taiwanese Chen Shui-Bian possa rompere ufficialmente con la Cina continentale prima della fine del suo secondo mandato nel 2008. Pechino ha minacciato che risponderà con la guerra a questo passo. (LF)



Un bel nazionalismo al quale rinato sentimento non è forse estranea la scelta delle Triadi di spostare i crocevia del narcotraffico dall’antica area nazionalista ai porti meridionali della Cina. Né le geostrategie Usa, ovviamente.


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