La violenza sionista raggiunge punte di violenza inaudita, tanto da far impallidire gli stessi militari israeliani. Accade così che un ufficiale scarichi un intero caricatore su una bambina di 13 anni che si reca a scuola e che siano gli stessi soldati a denunciarlo. I militari contro Sharon.
GERUSALEMME – I soldati di una brigata israeliana hanno chiesto che venga rimosso un loro ufficiale sospettato di aver infierito sul corpo di una bambina palestinese. E il procuratore capo dell’esercito israeliano, generale Avichai Mandelbleet, ha aperto un’inchiesta. Si tratta di un caso quasi senza precedenti. Decine di bambini palestinesi sono stati uccisi nel corso dei quattro anni della seconda Intifada ma l’esercito raramente apre le indagini su questo genere di incidenti. La notizia è venuta alla luce in seguito alla denuncia dei soldati ai giornali israeliani e alle tv.
L’ACCUSA – Il comandante israeliano è accusato dai suoi commilitoni di aver scaricato un intero caricatore contro una bambina palestinese di 13 anni per assicurarsi che fosse morta. Lo ha annunciato oggi una portavoce dell’esercito. I risultati dell’inchiesta saranno sottoposti al capo di Stato maggiore, Moshe Yaalon.
LE TESTIMONIANZE – Secondo quanto pubblicato dal quotidiano israeliano Yediot Ahronot prima che il comandante sparasse i commilitoni gli avrebbero intimato via radio: “Non spari, è una bambina”. Invece, stando sempre alla versione riportata dal giornale, il comandante “l’ha crivellata di colpi”. “Rimanemmo scioccati. Non potevamo credere a quello che aveva fatto. Come si può crivellare di colpi una bambina e da distanza ravvicinata?”, hanno commentato i soldati. Iyman Hams, 13 anni, è stata massacrata di proiettili il 5 ottobre. Inizialmente l’esercito ha dichiarato che la bambina era stata uccisa dai soldati mentre piazzava un ordigno nei pressi di una postazione dell’esercito nel sud della Striscia di Gaza. Ma in seguito al racconto dei soldati, e alle diverse versioni di esso, è stata aperta un’inchiesta.
Il dottor Ali Musa, direttore dell’ospedale di Rafah, ha detto che Hams è stata colpita da almeno 15 proiettili, la maggior parte dei quali nella parte alta del corpo. Ihab Samir Hams, il fratello della bambina, ha raccontato che la sorella stava recandosi a scuola quando è stata colpita. Secondo il ragazzo i soldati non hanno permesso l’arrivo di un’ambulanza nella zona per almeno 70 minuti.
I MILITARI CONTRO SHARON – Intanto si ha notizia di contrasti tra i vertici dell’esercito israeliano e il premier Sharon al 13/esimo giorno consecutivo dell’operazione “Giorni di penitenza” lanciata da Israele a nord di Gaza per rimuovere la minaccia dei razzi palestinesi. Il primo ministro israeliano Ariel Sharon non intende porre fine all’operazione nonostante il parere contrario dei vertici dell’esercito che suggeriscono invece di ritirare i soldati israeliani dalla Striscia di Gaza. L’operazione quindi continuerà, annuncia Haaretz online. L’esercito israeliano ritiene che l’operazione, concentrata soprattutto contro il campo profughi di Jebaliya, nel nord della Striscia, abbia già raggiunto il suo obiettivo. E suggerisce un ritiro dei soldati israeliani.
ALTRI TRE PALESTINESI UCCISI – Stamane altri tre palestinesi sono stati uccisi da soldati israeliani mentre cercavano di infiltrarsi nella colonia di Kfar Darom, a sud di Gaza. La stampa israeliana cita fonti militari secondo cui nel corso della operazione sono rimasti uccisi almeno 114 palestinesi,