giovedì 12 Dicembre 2024

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Ma non cambierà alcunché. La Corte internazionale di giustizia condanna quasi all’unanimità il “muro della vergogna”. Ma Con Israele si è schierato il rappresentante americano. La tragedia continuerà in spregio alla “vecchia Europa” e alla sensibilità di tutto il mondo.

Il muro antiterrorismo di Israele viola il diritto internazionale e deve essere smantellato nelle parti in cui entra in territorio palestinese. E’ questa la conclusione a cui e’ giunta con 14 voti a favore e uno solo contrario (del giudice americano) la Corte internazionale di giustizia dell’Aja, chiamata quattro mesi fa a pronunciarsi dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il parere legale non vincolante del piu’ alto organo giuridico dell’Onu e’ stato accolto trionfalmente dai palestinesi, con il premier Abu Ala che ha parlato di “giorno storico” per il suo popolo e un consigliere di Yasser Arafat che ha avanzato la richiesta di sanzioni contro lo Stato ebraico. Ma Israele ha ribadito che non riconosce la giurisdizione della Corte dell’Aja su una questione che considera “politica” e ha criticato i giudici per non aver affatto preso in considerazione il terrorismo palestinese. Anche per la Casa Bianca “non e’ appropriato” che sia la Corte dell’Onu a occuparsene. Nel parere letto dal presidente Shi Jiuyong, la Corte chiede lo smantellamento del muro per tutta la parte “situata nei territori palestinesi occupati, comprese quelle all’interno e attorno a Gerusalemme est”. Nel suo attuale tracciato, infatti, il muro “viola gravemente una serie di diritti dei palestinesi residenti nelle aree occupate”. Violazioni che “non possono essere giustificate da esigenze militari o richieste per la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico”. La Corte ha anche affermato che Israele deve risarcire i danni causati alle persone fisiche e giuridiche” con la requisizione e distruzione di case, imprese e tenute agricole. Israele ha pero’ attaccato la Corte per aver ignorato totalmente il “terrorismo palestinese” nella sua condanna del muro di difesa. In un comunicato diffuso subito dopo la lettura del parere consultivo della Corte, il governo israeliano ha affermato che “se non ci fosse il terrorismo, non ci sarebbe stata la barriera” e ha ribadito che “la Corte non aveva la competenza per dibattere il conflitto tra Israele e palestinesi”.

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