venerdì 4 Ottobre 2024

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Quello messo in piedi con la complicità di banche, società e partiti. Oggi parte il processo, ma i cittadini hanno già pagato. Si faranno più furbi…

ROMA – I veri protagonisti del processo Parmalat che si apre oggi a Milano sono i risparmiatori. Oltre 135 mila persone (tra azionisti e obbligazionisti) beffate dai titoli che la società di Calisto Tanzi ha emesso allegramente negli anni senza alcuna solida copertura. Gente che in molti casi ci ha rimesso la liquidazione o i risparmi di una vita. Sono arrivati davanti al palazzo di giustizia questa mattina. Un esercito di gente arrabbiata che ha un’unica speranza: vedersi restituire almeno parte dei soldi persi.

Qualcuno è arrivato solo, qualcuno con il suo avvocato. Sostano davanti alla grande porta a vetri, prima di entrare e raccontano. “Grazie ai consigli che mi sono stati dati in banca – dice un pensionato di 76 anni – ho investito tutto quanto avevo accumulato durante la mia attività lavorativa”. C’è invece chi inveisce contro le banche: “Sono i più grossi truffatori d’Italia. Ho investito 100 mila euro perché me l’hanno consigliato loro, in un momento per giunta in cui sapevano tutto: era l’ottobre del 2003”, racconta una signora accompagnata dal marito. Le donne sono le più arrabbiate. “A quelli che ci hanno mangiato i soldi devono tagliare la testa”, grida una signora che nell’affare Parmalat ha perso 20 mila euro. Sono tutti qui, per costituirsi parte civile, ma anche per far sentire la loro voce. Non ci stanno a rimanere a casa, in attesa delle decisioni.

E’ una prima udienza quella che si è svolta a porte chiuse oggi nell’aula Magna del Palazzo di giustizia di Milano. Nel corso di questo primo appuntamento il gup Cesare Tacconi ha riaggiornato l’udienza al prossimo 29 ottobre sempre nell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano. Il gup ha anche fissato il calendario delle udienze che si terranno il 5,16, 19, 23 e 30 novembre e il 3 dicembre. “E’ stata un’udienza burocratica – ha detto il difensore di Calisto Tanzi, Gianpiero Biancolella – fatta di valige di atti. Un inno alla burocrazia senza contenuti”.


Tra le pratiche che il gup deve smaltire ci sono le prime richieste di costituzione di parte civile che, stando sono numerosissime. E probabilmente non saranno solo quelle dei risparmiatori. Da quanto si apprende la ex Grant Thornton, ora Italaudit si è costituita parte civile nei confronti di tutti gli imputati. Anche la Consob guidata da Lamberto Cardia ha deciso di rompere gli indugi e di chiedere i danni a Calisto Tanzi per quei bilanci truccati e quelle comunicazioni fasulle che ha ricevuto nel corso degli anni, quando tra l’altro Cardia non era ancora alla guida della Consob.

Lo stesso sta meditando di fare la sede centrale della Bank of America che da accusata diventerebbe così parte lesa. Tre dipendenti della sua sede milanese sono infatti accusati dalla procura. La notizia è trapelata durante lo svolgimento dell’udienza: alcuni difensori chiederanno al gup Cesare Tacconi i termini per poter analizzare le richieste di costituzione di parte civile.

Per ora le richieste di costituzione di parte civile sono arrivate a un migliaio, comprese quelle del commissario straordinario di Parmalat, Enrico Bondi, della Consob, e dell’associazione consumatori Adusbef, in rappresentanza di circa 4 mila risparmiatori e di Altroconsumo, che rappresenta 2500 risparmiatori nella class action americana. Un’altra decisione il gup di Milano Cesare Tacconi, l’ha già presa. Lorenzo Penca e Maurizio Bianchi, i revisori della società di Grant Thornton saranno giudicati con il rito immediato, come avevano richiesto. Data della prima udienza il 29 gennaio prossimo.

Parte all’attacco intanto il Codacons. L’associazione dei consumatori chiede che Enrico Bondi, commissario straordinario della Parmalat, venga lasciato fuori dal processo e non si costituisca parte civile. “I veri responsabili di tutto – accusa Marco Maria Donzelli, presidente del Codacons – sono le banche. Ci opporremo alla costituzione di parte civile di Bondi perché era amministratore di Par

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