sabato 27 Luglio 2024

Su queste morti non si darà spettacolo

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Tante battaglie per tenere in vita chi subisce accanimento terapeutico mentre per chi non ha più lavoro né casa la sola prospettiva è il suicidio

A SCOPRIRLO l’altra mattina, suicida nel box di casa, è stato l’anziano padre, un pensionato che vive a Cormano, in via Cadorna. Lui, M. G, un omone di 44 anni che fino a qualche mese fa era imprenditore nel campo dei servizi di igiene, si è impiccato con una corda, quasi certamente per cancellare con il gesto più estremo tutti quegli ostacoli e quelle incertezze che avevano rovinato la sua vita e quella della sua famiglia. Definirlo vittima della crisi economica, forse sarebbe troppo semplicistico ma quella escalation di disperazione che si deve essere accumulata nella sua mente e nel suo cuore, proprio da lì traggono origine. IN POCHI MESI aveva perso la sua attività imprenditoriale; aveva perso anche il lavoro saltuario di operaio che gli consentiva a malapena di sbarcare il lunario; e il 28 febbraio scorso, con l’esecuzione dello sfratto che pendeva da tempo sulla sua testa, aveva perso persino la casa in cui viveva a Bresso. Con essa anche la famiglia, costretta a dividersi tra diversi parenti per poter far fronte a questa ennesima emergenza. Una vera catastrofe familiare, insomma. Un fallimento totale, soprattutto se visto con gli occhi sofferenti di un uomo che non riusciva a darsi ragione del rapido disfacimento di tutte le certezze e delle conquiste che aveva costruito in una vita di lavoro. DA QUEL 28 FEBBRAIO in cui l’ufficiale giudiziario aveva eseguito lo sfratto togliendogli la casa che condivideva con la famiglia, l’uomo si era trasferito dall’anziano padre a Cormano.
La moglie e i due figli più piccoli, uno dei quali di soli 5 anni, si erano trasferiti a casa della figlia maggiore, che già viveva da sola. Ed è proprio in questo isolamento forzato che la sua sofferenza deve essere maturata nella scelta più estrema. L’altra mattina, forse al termine di una notte insonne e tormentata, è uscito di casa senza pronunciare parola.
E’ sparito letteralmente nel nulla, rinchiuso nel box dove ha messo in atto quell’immutabile e terribile rituale che porta al suicidio. CON UNA CORDA appesa al collo si è lasciato andare al gesto di resa totale alle avversità che la vita gli aveva posto davanti. A scoprirlo, già privo di vita forse da ore, è stato il papà che era andato nel box a metà mattinata.
Ed è stato proprio l’anziano signore a raccontare ai carabinieri di Cormano le cause che potrebbero averlo spinto fino al suicidio, a cercare di far comprendere lo stato di profonda prostrazione in cui si trovava negli ultimi giorni in seguito alle difficoltà. M. G., a quanto ricostruito dai militari di Cormano, aveva perso la sua impresa di pulizie alcuni mesi fa quando il lavoro era cominciato a calare. Da allora erano cominciati anche i problemi con la casa: due figlie da mantenere, un affitto e le bollette da pagare. AVEVA TROVATO da arrangiarsi come operaio saltuario in una ditta di bulloni, però nelle ultime settimane anche quello era sfumato a causa della crisi generale. Ma quello sfratto eseguito il 28 febbraio, se pure dopo diversi rinvii, deve essere suonata come la sconfitta più pesante.
Forse proprio quel giorno la sua vita si è spenta sotto la pressione di questa sofferenza.

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