sabato 27 Luglio 2024

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La Casa Bianca si prepara alla débacle coltivando ortaggi

Là dove c’era l’erba ora non c’è, come cantava Celentano, una città, ma ortaggi sani e leggeri per un’alimentazione corretta. Nel giardino della Casa Bianca, dove Jacqueline Kennedy si aggirava lieve a respirare il profumo delle rose piantate come omaggio floreale aper la suocera, Rose Fitzgerald, Michelle e Barack Obama – racconta il New York Times – stanno allestendo un orticello. Broccoli e zucchine per dire no al colesterolo, invito a un desco più sano, rispettoso dei trigliceridi, ma anche segnale di un’altrettanto sana autarchia commerciale. Un “orto di guerra” che segna una ferma e agreste rottura con il passato più recente, troppo connotato da junk food.
Una fissazione, quella del neopresidente, che si concretizza nella rinnovata attenzione al miglioramento della sicurezza alimentare negli Stati Uniti. A tal proposito, Obama ha nominato il nuovo responsabile della Food and Drug Organization (Margaret Hamburg, un destino nel cognome) e ha assicurato il suo impegno ad aggiornare leggi datate. “Quando, all’inizio dell’anno, ho sentito di prodotti alle arachidi contaminati – ha detto Obama pochi giorni fa – ho pensato immediatamente a mia figlia Sasha, di 7 anni, che almeno tre volte alla settimana mangia panini al burro d’arachidi. Nessun genitore dovrebbe preoccuparsi che il proprio figlio possa stare male a causa del pranzo”.
Intanto, la first lady Michelle ha importato nella sua nuova dimora la tendenza del mangiare local, ovvero il consumo di cibi prodotti o allevati a distanza sostenibile da casa. Frutta e verdura fresche vengono consegnate alla Casa Bianca da fattorie del vicino Maryland, del New Jersey, della Pennsylvania. Con il paese che combatte una epidemia di obesità e una passione incontrollabile per cibi grassi, bibite iperzuccherate e piatti troppo salati, l’obiettivo di Michelle è cristallino: alimenti freschi e nutrienti non sono un appannaggio esclusivo delle elite, ma componenti essenziali della dieta di ogni famiglia.
L’approccio dietetico di Michelle ha mandato in fibrillazione siti web come La Vida Locavore o Gristmill che si fanno paladini di un’agricoltura sostenibile e del consumo di alimenti che non devono essere spediti dall’altra parte del mondo (dalla California, dalla Florida o dal Centro e Sud America nel caso degli Stati Uniti) sprecando ettolitri di combustibili fossili prima di arrivare in tavola.
E’ stato per questo che in una delle sue ultime apparizioni in pubblico, parlando ai dipendenti del Dipartimento dell’Agricoltura, la first lady ha lodato il lavoro dei “community garden”, gli orti comunitari di quartiere che interrompono la monotonia del cemento e “forniscono frutta e verdura a tante comunità del nostro paese e nel mondo. Quando il cibo viene cresciuto localmente, ha un sapore migliore e questo è importante quando hai bambini: dai loro una carota veramente dolce, e penseranno che sia una caramella”. E salute e linea sono salve.
IN ATTESA DELLA FRUTTA…

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