Durante le riprese delle Olimpiadi del ’36 , un equipe di medici del Reich scoprì che la visione di pellicole cinematografiche per piu’ di 6 ore provocava un forte stress nello spettatore.
Quando la regista del secolo , Leni Riefensthal inizio’ le riprese per le Olimpiadi del ’36 capi’ che avrebbe dovuto visionare personalmente l’enorme quantita’ di materiale che veniva girato ogni giorno. Nonostante l’impresa fosse oggettivamente impossibile lei inizio’ con molto impegno quest’opera ma presto fu vittima di un forte stress che la costrinse a ridurre i ritmi di lavoro e talvolta a interromperli del tutto. L’allora ministro della propaganda Joseph Goebbels incarico’ un pool di medici di visitare la famosa paziente. Il responso degli scienziati fu che la Riefensthal aveva superato la soglia delle 6 ore continuative di visione di una pellicola cinematografica, incorrendo inevitabilmente in un fase di stanchezza e di stress, sia per la mente che per gli occhi. La lezione di sessant’anni fa probabilmente non e’ stata recepita, tanto che ancora oggi molti organizzatori di cinefestival , compreso il recente Festival di Venezia , hanno proseguito imperterriti nel proporre programmi che prevedevano la visione di pellicole di molto superiori alle 6 ore, facendo si’ che gran parte delle proiezioni non fossero recepite ne’ comprese dal pubblico e rovinando completamente kermesse degne di nota come Venezia ‘61