sabato 27 Luglio 2024

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I pochi temi politici nell’abbuffata di queste europee

 

Si è conclusa la più noiosa e insipida campagna elettorale che si ricordi.

Nessuno aveva qualcosa da dire. Alcuni allora hanno preferito non dire nulla e sono stati i più dignitosi. Altri, soprattutto i piccoli, pur di farsi notare hanno provato a proporre banalità o eccentricità: proposte e teorie da lasciare basiti per la totale assenza di criterio con cui sono state formulate. Ma la democrazia è anche questo.

A tenere banco, il tormentone-Noemi che è capitato a fagiolo; agli antiberlusconiani offre infatti l’illusione di un ipotetico imminente impeachment del premier e restituisce la tentazione di tornare alle urne anziché disertarle così come i loro umori generali indica(va)no. Ai berlusconiani, cui non importa granché della truppa piediellina ma solo del suo capo, suggerisce invece il dovere di mobilitarsi per difenderlo dagli attacchi volgari e sguaiati di cui è oggetto e pertanto di votare comunque in una consultazione non sentita.

La campagna elettorale si è così giocata permettendo a tutti di risparmiare costi ed energie per un confronto che è risultato stomachevole e avanspettacolare ma che senza il gossip sarebbe stato sciapo e molto poco motivante.

Si va alle urne. Si deciderà la spartizione delle poltrone dei politicanti falliti e di quelli cui si deve assicurare un compenso o una quarantena. Si distribuiranno fondi nel magna-magna. Ci saranno europarlamentari che andranno a Strasburgo solo per incassare lo stipendio. La maggioranza di loro, come al solito, si ritirerà prima della fine del mandato quando si considererà soddisfatta nel dare-avere e in misura di proporsi per altre lottizzazioni.

Queste elezioni non diranno nulla. Neanche il tasso d’astensione che, per alto che sia, sarà sempre uno dei più bassi se non il più basso al mondo. Gli italiani non credono nella politica, non credono nei politici, non leggono i programmi elelttorali, sono scettici come nessuno ma votano più di tutti perché lo prendono come un gioco di società, un reality show al quale vogliono sempre partecipare.

Esistono solo due questioni politiche sul tavolo. La misura del distacco tra Pdl e Pd e il numero di preferenze che raccoglierà Berlusconi. Queste, in particolare se secche, avranno un significato politico negli scontri di corridoio di casa nostra tra la vetero-oligarchia e la tendenza paracesarista e autocratica.

Il resto, tutto il resto, significa meno delle interviste di Noemi. Ma che volete? Questa è la democrazia del nostro tempo e sembra che ci tocchi ancora di doverla subire.

 

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