sabato 27 Luglio 2024

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L’intesa tra opposti fanatismi religiosi ha compromesso l’avvenire del Vicino Oriente

 

Il giornalista Charles Enderlin racconta nel suo ultimo libro la storia delle liaisons dangereuses fra Israele e “l’irrisestibile ascensione dell’Islam radicale palestinese”. Un fatto noto  al quale apporta testimoninanze e documenti che comprovano come lo stato ebraico abbia lasciato benevolmente crescere il suo dichiarato nemico di oggi.
Conclude dicendo che “i decenni di occupazione hanno costruito il letto del fiume di Hamas”. Sarebbe – come riporta il sito Rue89 – la storia di “un grande accecamento” che ha prodotto gravi conseguenze nata con il rispetto di una massima vecchia come il mondo “i nemici dei miei nemici sono miei amici”.
Fin dalla conquista della Cisgiordania e di Gaza, nel 1967, Israele ha considerato che il suo nemico principale fosse la componente nazionalista palestinese in tutte le sue forme, nazionalista classica, guidata da Yasser Arafat, o neo-marxista, irrigimentata nel Fplp di George Habbash. Per meglio contrastare questi movimenti raggruppati nell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, i governi israeliani e i responsabili militari hanno costantemente incoraggiato la corrente islamista per meglio dividere i Palestinesi e contrare così ogni avanzata social-nazionale.
Rue89 conclude stabilendo che quello che,  anziché leggerlo come una precisa scelta strategica, considera ‘un errore’, è stato pagato caro in quanto Hamas rifiuta di riconoscere, oggi, lo Stato d’Israele. Nessuna mensione sul fatto che i toni di Hamas e la guerra civile palestinese offrano costantemente la scusa per boicottare i trattati con i palestinesi.
Perché parlarne adesso? Charles Enderlin, corrispondente di France 2 a Gerusalemme e autore di diverse opere dedicate alle occasioni mancate di pace in Vicino Oriente e alle impasses nelle trattative israelo-palestinesi risponde. “Ad essere onesti l’errore commesso da Israele è stato fatto da vari governi mondiali. Negli anni Settanta innumerevoli regimi e governi hanno incoraggiato i fanatismi religiosi per opporsi ai nazionalisti e ai marxisti prima di rendersi conto di aver costruito nuovi nemici. Dai campus marocchini ai sobborghi del Cairo e di Islamabad lo scenario è stato sempre lo stesso”.
Rue89 conclude: “Quello che è più inquietante è il parallelismo che Charles Enderlin stabilisce tra il grande accecamento d’Israele – questo è il titolo del libro – e la crescita del sentimento religioso nel Paese che sta producendo una corrente neo-sionista che intende porre la religione al cuore dello stato ebraico.
Fanatismi religiosi in risposta a fanatismi religiosi? E’ così che si avvelenerà tutto?”

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