sabato 27 Aprile 2024

Una società divorata dagli endoparassiti

Ma se continua così gli antifascisti riprenderanno ad uccidere

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Un fantasma si aggira per l’Europa: quello di un fascismo introvabile che però ossessiona i paranoici ed eccita i repressi che si sentono vivi nelle cacce alle streghe. Coloro che per darsi un tono e una ragione di vita devono perseguitare un cattivo invisibile, possibilmente inerme, perché tra loro sono davvero in pochi quelli che saprebbero affrontare una prova di coraggio fisico o morale. A loro preme soltanto annientare un nemico immaginario di cui non conoscono nulla ma al quale attribuiscono tutte le cause dei propri fallimenti esistenziali.
Così siamo tornati, ma in assenza di un conflitto civile, ai tempi bui dell’uccidere un fascista non è reato e siamo al giustificazionismo delle bande criminali antifa e perfino delle foibe.

Marx sostiene che la storia si ripete in farsa, ma qui si tratta di squallida e infame pantomima.
Non siamo solo alle crociate per vietare che gli assassinati dagli antifa vengano salutati romanamente, ma addirittura alla pretesa che i popoli che vennero schiacciati dal tallone comunista, come l’ungherese, non ricordino chi li difese. In Spagna, dopo aver disseppellito i morti, è stata varata una “legge della memoria” – fantastica applicazione del linguaggio orwelliano – che vieta qualsiasi affermazione positiva per il campo nazionale, dimenticando ovviamente come questo insorse davanti a una serie di stragi e a un clima di terrore con cui i “buoni” stavano massacrando il loro popolo.
A Parigi sono stati fermati e condotti al posto di polizia 39 giovani che stavano deponendo fiori sulla tomba del poeta-martire Robert Brasillach.
Nemmeno durante la sanguinosissima epurazione francese nessuno degli antifascisti si era sognato d’impedire – e neppure di reprimere in seguito – gli omaggi floreali ai defunti.
Altro che ripetizione della storia, altro che farsa: qui stiamo nella più buia e squallida demenza subumana!

Per questa follia la spiegazione principale è l’infelicità dovuta alla miseria umana di chi è portatore di questo odio stupido, cieco e soprattutto inattuale; ma non è l’unica.
Ce n’è un’altra: l’evoluzione storica della simbiosi tra capitalismo e comunismo che ha fatto sì che entrambi sopravvivano insieme, come mentalità e come meccanismi, anche se espressi in forme diverse. La Cina per esempio è un comunismo che si è fatto capitalista, gli Usa sono un capitalismo che ha assunto e promosso l’anima comunista. La Russia è, come sua tradizione storica, un aborto deforme che esprime il peggio di entrambi senza finezza alcuna e con ben poco dei rispettivi pregi.
In quanto all’Europa, la caduta del Muro di Berlino ha contrassegnato la vittoria economica e strutturale del capitalismo sul comunismo fallimentare ma anche l’invasione invisibile delle strutture dell’Hva della Stasi (espressione dello stesso Bund che originò Trotsky e Rosa Luxembourg) negli apparati occidentali, dove, favorite dall’humus preordinato dalla Scuola di Francoforte, sono cresciute come un endoparassita. Ovvero quegli insetti le cui femmine adulte depongono le uova nel corpo di una sventurata vittima e lasciano che le larve si nutrano del corpo dell’insetto vivo, divorandolo dall’interno.

Ma non ci sono solo i figli dell’Hva-Stasi, ci sono i trozkisti in Francia, i figli dell’Internazionale Socialista nei paesi di lingua spagnola e lusitana, i cattocomunisti in Italia.
Tutti costoro hanno accompagnato e continuano ad accompagnare l’evoluzione capitalista senza perseguire più alcun sogno rivoluzionario. Si sono arresi alle meccaniche ma, in cambio, hanno prevalso nell’imposizione di acidi corrosivi psicologici e spirituali nei riguardi dell’intera società che vogliono rimodellare, facendone dapprima tabula rasa.
Oggi che non esistono più linee politiche diverse tra loro, ma soltanto diversi intendimenti dell’amministrazione e del decoro, si ripete, a scala europea e perfino americana, lo stesso schema del 1974 italiano. Allora la “pacificazione” dei due compari-nemici (Dc-Pci) passò per lo stragismo attribuito ai fascisti contro tutte le evidenze, gli indizi e le prove, sì da creare un nemico disumano e immaginario che poi permise all’intero apparato del Pci e della sinistra estrema di sfogarsi, con totale impunità, nella caccia al fascista e nella sua soppressione. E così tutti quegli sciagurati si ritagliarono un ruolo mentre facevano merenda con i “padroni”.

Lo schema si ripete in modo inquietante. Il solo elemento di sollievo è che la capacità di ipnotizzare con la propaganda in rete consente di ripetere lo stesso schema senza necessità che prima gli stragisti al soldo dei cacciatori di streghe debbano necessariamente compiere massacri. Basta parlarne in un certo modo perché siano percepiti come reali da cellule prigioniere.
Ciò detto, che una serie di delinquenti psicopatici, distaccati da qualsiasi realtà, si stiano esercitando all’omicidio seriale, come la famosa Hammerbande che colpì, tra le altre volte, a Budapest quando fu arrestata Ilaria Salis, è un fatto che non si esaurirà da solo, e chiunque oggi fischietti, giustifichi o minimizzi, che ne sia cosciente o meno, è complice del sangue futuro. Poi, come sempre, se ne laverà le mani. L’esperienza della borghesia illuminata e posseduta che fornì al tempo stesso il salotto, il carburante e la protezione al terrorismo degli anni settanta che prima esortò come provvidenziale e poi giustificò spacciandolo per una forma di difesa impetuosa, evidentemente è servita a poco. Non si sono vergognati allora e non lo faranno adesso.
Sarà questione di natura: certuni sono abietti per vocazione.

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