La stampa svedese suggerisce un’interpretazione israeliana della formula evoliana
Rischiano di sfociare in una crisi diplomatica le tensioni tra Israele e Svezia originate dalla pubblicazione su Aftonbladet, un tabloid di Stoccolma, di un articolo che accusava l’esercito israeliano d’aver trafugato organi di palestinesi uccisi nei Territori. Articolo che ha generato un’unanime levata di scudi in Israele, accendendo accuse di calunnia e di pregiudizio antisemita.
Il ministro degli esteri, Avigdor Lieberman (destra radicale) e quello della difesa, Ehud Barak (laburista) hanno chiesto al governo di Stoccolma, che ha attualmente la presidenza di turno dell’Ue, di condannare il contenuto della pubblicazione. Cosa che il capo della diplomazia svedese, Carl Bildt – atteso in Israele fra non più di 10 giorni per una visita che resta in programma, malgrado qualche voce di possibile rinvio – si è rifiutato in nome dei princìpi della libertà di stampa.
Una posizione che non convince le autorità e gran parte dell’opinione pubblica israeliana. Secondo Lieberman, lo scritto di Aftonbladet, basato su testimonianze anonime “è degno dei Protocolli dei Savi di Sion” (famigerato libello antisemita di fine ‘800) ed è quindi “una vergogna che il ministero degli Esteri svedese non intervenga” a denunciarlo.
Barak ha a sua volta additato l’articolo della discordia come uno scampolo di antisemitismo, avanzando l’ipotesi di un’azione legale in difesa dell’onore dell’esercito israeliano contro il giornale in questione e l’autore del pezzo: il controverso pubblicista e scrittore Donald Bosrom.
Bizzarramente l’articolo, presente a pagina 14 nella sezione esteri del quotidiano romano Il Messaggero è scomparso, dalla medesima pagina, nella versione online sostituito da un articolo sulla Spagna. Strano e un po’ inquietante. Siamo però certi che su questa disinformazione cittadina interverrà il sindaco.