sabato 20 Luglio 2024

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Gli Usa con l’Iran per sostenere il governo golpista e assassino di Bagdad

Un eventuale impegno militare degli Stati Uniti in Iraq “sarà a tempo” e “non includerà in alcun caso militari sul campo”, mentre “l’attacco con i droni potrebbe essere un’opzione”. Prendono corpo a più riprese le ipotesi e le alternative per l’aiuto statunitense all’Iraq destabilizzato dai terroristi sunniti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante.

 

Gli Stati Uniti – prima per voce del segretario di Stato John Kerry, poi direttamente dalla Casa Bianca – assicurano che tutto avverrà con consultazioni “passo dopo passo” con Baghdad, che le decisioni spettano a un’ampia rappresentanza della leadership irachena.

Soprattutto gli Usa hanno confermato la possibilità di una discussione con l’Iran sulla situazione a Baghdad, pur chiarendo che la collaborazione non sarà sul piano militare. La cornice dell’incontro, ad alto livello, potrebbe essere Vienna, dove questa settimana, per quattro giorni, si svolge un nuovo round dei colloqui sul controverso programma nucleare iraniano in corso tra Teheran e il ‘5+1’, ovvero i cinque Paesi del Consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania.

La seconda nave da guerra. Oggi gli Stati Uniti hanno portato un’altra nave da guerra nel Golfo Persico. Si tratta della Mesa verde, con a bordo 550 marine, che si è avvicinata all’Iraq per sostenere un eventuale intervento americano in aiuto del governo di Baghdad contro i ribelli sunniti. Nelle ultime ore nel Golfo era già entrata la portaerei George H.W. Bush, che aveva ricevuto l’ordine dal Pentagono di lasciare il Mare Arabico nella giornata di sabato.

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