sabato 20 Luglio 2024

A pranzo sono a dieta

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Si vedono tutti i giorni, si piacciono, ma nessuno dei due ha il coraggio di fare il primo passo. E neanche quando si ritrovano seduti sulla stessa panchina a mangiare, riescono a scambiarsi una parola, ma solo sguardi furtivi, alla ricerca di un input per tentare un approccio che però non arriva. E’ questa la storia divertente e delicata raccontata da Danny Sangra nel suo cortometraggio “A Lunch Break Romance”, che sta spopolando in rete, dove il momento del pranzo diventa una buona occasione per flirtare. E per molti italiani, secondo diverse ricerche, è anche l’orario migliore per viversi una scappatella o un incontro romantico. Ma perché è così allettante fare l’amore in questo break? E come si può sfruttarlo al meglio? Ne abbiamo parlato con Marinella Cozzolino, psicoterapeuta e sessuologa (www.sessuologiaclinica.net).

 

Il pranzo sembra essere un momento stuzzicante e perfetto per concedersi un’avventura. Perché ha questo fascino?

Risiede nel senso di libertà che si prova. Non solo perché si è in pausa e quindi fuori dal controllo del capo, in termini lavorativi, ma anche perché è lecito non essere disturbati da nessuno, neppure dal proprio partner. Nell’immaginario collettivo, in quest’orario si mangia con i colleghi, in mensa o fuori, quindi non si sente neanche la necessità di dover inventare troppe scuse per giustificare una mancata telefonata, ad esempio. Questo porta a vivere il tradimento con maggiore leggerezza e tranquillità, mantenendo comunque il gusto del proibito.

Pur restando alla scrivania, si può usare il pranzo per amoreggiare. Anche online, su chat o tramite whatsApp. E’ un fenomeno che sta prendendo piede?

Direi di sì, perché spesso sono percepiti come ambiti dove si riesce ad esprimere se stessi con meno tabù, dove si è protetti dietro uno schermo, dando così libero sfogo alla propria fantasia senza troppe inibizioni. E poi è meno impegnativo, perché flirtare o fare sesso sul web spesso non viene visto come una minaccia per il rapporto ufficiale, ma solo come un diversivo, che scatena pochi sensi di colpa. Comunque non confondiamo i piani. Non è colpa della tecnologia se oggi si tradisce ancora di più. La virtualità non è una causa, solo una maggiore facilitazione. Permette di mantenere segreti maggiori, di sentirsi senza necessariamente doversi incontrare, nulla di più.

Come può essere sfruttata al meglio la pausa pranzo per iniziare una storia legittima o clandestina?

Per chi non vuole partire in quarta, si può approfittare del gruppo di colleghi per andare a mangiare insieme e poi si inizia un più o meno sfacciato corteggiamento. Come? Sedendosi vicini, scambiandosi piccole gentilezze, come versarsi l’acqua, e magari prendendo il caffè da soli, in un altro bar. Per i primi tempi è importante non essere eccessivi e non esagerare. C’è bisogno di grande sensibilità per capire i segnali dell’altro. Se la persona che ci interessa fa parte del mondo del lavoro, bisogna evitare di creare fratture o fastidi, che possano rendere difficile la convivenza dopo un eventuale rifiuto.

E per fare l’amore?

È un ottimo orario. Se siete già una coppia ufficiale e collaudata, la pausa può trasformarsi in un divertente diversivo per dare vigore alla vostra relazione. Potete sfruttare questo momento in cui i bimbi sono a scuola, per godervi casa tutta per voi o giocare a fare gli amanti clandestini prendendo una stanza d’albergo. C’è una specie di regola biologica non scritta che conoscono in pochi: gli uomini hanno un picco ormonale piuttosto alto durante la pausa pranzo. A quell’ora del giorno o la mattina presto sono, per i maschi, momenti ideali per avere un rapporto. Le donne preferiscono la sera e non per una questione ormonale, ma di comodità: amano l’idea di non avere impegni dopo, di potersi lasciare andare completamente senza fretta e amano, più degli uomini, il buio e la notte.

Se si ha un flirt con un collega dell’ufficio?

L’80 per cento delle storie clandestine di solito nascono sul posto di lavoro. Con un collega d’ufficio è tutto più semplice, sia se si ha voglia di tradire che di iniziare una relazione. Perché ci si incontra durante le riunioni, i colloqui, ma si interagisce anche tramite scambi di e-mail, telefonate e chiacchiere scrivania-scrivania. E, in più, si riducono notevolmente i tempi, si approfitta di tutta la pausa reciproca. I problemi, in questi casi, restano il pettegolezzo e la possibilità di “dare fastidio a qualcuno” perché si flirta con il collega che piace a un’altra o addirittura con il capo… Il consiglio è evitare di parlarne, oltre a escogitare sempre nuove strategie per incontrarsi senza dare nell’occhio. Molti approfittano dell’ascensore o del garage. Occhio alle telecamere!

LE VOSTRE TESTIMONIANZE

Lucia, 35 anni, architetto

Con Paolo ci siamo conosciuti al bar sotto il mio ufficio, lui lavorava nelle vicinanze. Per settimane ci siamo lanciati sguardi e sorrisi, ma eravamo sempre circondati dai rispettivi colleghi e nessuno osava andare oltre. Un pomeriggio, inaspettatamente, lo incontro da solo: mi chiede se può offrirmi un caffè e se il giorno dopo ho voglia di accompagnarlo a fare acquisti. Passiamo la pausa chiacchierando mentre andiamo per negozi e il tempo sembra volare. Alla fine mi invita a cena e tre sere dopo andiamo a mangiare sushi assieme. Dopo mi chiede di bere un bicchiere di vino da lui e con mia grande sorpresa scopro che abita a due passi dal mio studio. Abbiamo fatto sesso tutta la notte, una passione così intensa non l’avevo mai provata con nessuno. E il giorno seguente, invece di andare con i colleghi al bar, presi dalla voglia, siamo corsi nel suo letto a fare l’amore prima di tornare alle rispettive scrivanie. E così è stato per le settimane a seguire: non mangiavamo più, il pranzo era diventato il nostro appuntamento erotico. A distanza di due anni dal nostro primo incontro, mi sono trasferita da lui e ora conviviamo. E’ vero, non ci serve più ritagliarci attimi “mordi e fuggi”, ma ogni tanto capita di ritrovarsi a casa all’ora di pranzo solo per fare l’amore prima di rimetterci al lavoro.

Laura, 31 anni, impiegata

Con Dario ci siamo conosciuti a un convegno e l’attrazione è stata subito fortissima. Abbiamo iniziato a sentirci e ogni tanto ci si metteva d’accordo per vederci a pranzo. Io compravo un po’ di pizza e lui mi passava a prendere per andare a casa di un suo amico single, che gli lasciava le chiavi nella cassetta della posta. Abbiamo trascorso ore divertenti, tra chiacchiere e tanto sesso. Entrambi conoscevamo i colleghi dell’altro e non volevamo essere scoperti, per questo ci rintanavamo lontano da occhi indiscreti. E il fatto di tenerlo nascosto, rendeva i nostri intermezzi ancora più eccitanti. Dopo qualche mese, l’interesse è scemato, anche perché nessuno dei due voleva mettere in piedi una storia, così gli incontri si sono fatti sempre più sporadici. L’ho rincontrato dopo anni e mi ha confessato che ogni tanto ripensa con affetto ai nostri pranzi dove, presi dalla voglia, spesso ci dimenticavamo anche di mangiare e tornavamo al pc con un grande sorriso, ma affamati come non mai.

Giorgio, 37 anni, grafico

Lavoro da casa come free lance e la pausa pranzo certe volte non la faccio neanche. Ma quando sono meno oberato, preferisco sgranchirmi le gambe e scendere a fare due passi, magari mangiando un trancio di margherita in una pizza a taglio di zona. Lì incrociavo spesso Linda, che mi aveva subito colpito per i suoi capelli rossi e i suoi occhi verdi. Anche lei viveva nei paraggi, assieme al fidanzato, e come me lavorava da casa. Abbiamo iniziato a vederci per il caffè, poi mi sono fatto coraggio e gli ho detto se le andava di prenderlo a casa mia, invece che davanti a un bancone affollato. Sul divano mi sono avvicinato per baciarla e lei ha ricambiato, abbandonandosi tra le mie braccia. Da quel giorno casa mia è diventata la nostra alcova, il nostro rifugio segreto: lei aveva paura a farsi vedere spesso in giro con me nel quartiere. Entrambi lo abbiamo vissuto come un gioco, per circa tre mesi, poi un pomeriggio Linda mi ha detto che dovevamo metterci un punto perché il suo compagno si stava insospettendo. Ho rispettato la sua decisione e, per dimenticarla, per un po’ sono stato alla larga dai posti dove potevo incontrarla ancora. 

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