venerdì 19 Luglio 2024

Chi attacca la Germania e perché?

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Nella società dello spettacolo nulla è come appare

L’abbattimento dell’aereo della Germanwings, verosimilmente guidato dall’esterno dopo la cattura dei comandi, è stato mascherato con una versione di comodo: quella del copilota impazzito. Non si esita a sporcare la memoria di una vittima pur di nascondere verità che sarebbero ingestibili.
Il copilota ovviamente non c’entra e le ricostruzioni sono chiaramente fasulle, ma Chi ha voluto dare questo segnale così forte a Spagna, Francia e particolarmente alla Germania, fino a minacciare di sopravvivenza la stessa Lufthansa? Non si può ancora dire con certezza. Anche se diverse intelligences hanno fornito messaggi in codice (il doppio nome di battesimo del presunto assassino, la presenza a bordo di una contractor americana con tecnologia sofisticata) che indicano la Cia, l’attuale intrico d’interessi e di frizioni è tale che non si può neppure escludere che altri colpevoli (inglesi, israeliani) si siano messi a depistare contro di essa. 
In ogni caso si tenga presente che siamo in presenza di un genere specifico di offensiva terroristica.
Ne esistono di dirette che hanno anche una funzione golpistica (Atocha o Charlie Hebdo) e d’indirette, per via di messaggi trasversali che solitamente si manifestano in disastri aerei e che vengono appunto mascherate in disgrazie.

Progressi nel caos
Dietro quest’atto di terrorismo ci possono essere sia gli americani, sia gli israeliani, sia gli inglesi: tutti insieme come separatamente. Nell’attuale groviglio gli attori si ritrovano alleati qui e rivali lì. In certi scenari scopri l’Arabia Saudita legata alla Russia, in altri l’Iran agli Usa, in altri il Qatar e gli Emirati contrapposti: è il Nuovo Caos Organizzato. Una sola cosa tiene uniti tra loro i principali players (Usa, Inghilterra, Israele, Petromonarchie e, a volte, la Russia e la Cina): frenare, controllare e contrastare la ripresa europea. Una ripresa europea con velleità di potenza che oscilla tra i suoi due poli e mezzo: Germania, Inghilterra e Francia e che riesce a muoversi bene solo quando predomina Berlino. 
I media non parlano, ma probabilmente neanche se ne sono accorti, di come Berlino e l’Europa si muovano su un terreno minato, dovendo far fronte alle continue azioni di sabotaggio inglese e all’assalto all’Euro di marca Wasp, ampiamente finanziato dalle Banche Rothschild.
Eppure i tedeschi fanno continuamente progressi e sono riusciti a ricucire strategicamente con la Francia (è per questo che il successo di Sarkozy prospetticamente è una sciagura) e anche ad aprire un ponte mediterraneo sia per la crisi libica che per la Tunisia, coinvolgendo il governo spagnolo e quello italiano che ha cambiato completamente rotta dai tempi infami di Monti e Terzi.

Non penso all’Aiib
Ho letto che gli americani sarebbero innervositi dalla costituzione dell’Asian Infrastructure Investment Bank da parte di francesi, tedeschi e italiani insieme ai dominanti cinesi. Benché si tratti di una mossa saggia che rientra nella politica di smarcamento che Berlino, unica in occidente, attua e propugna nei confronti degli Usa, non penso che sia la causa della ritorsione. In primis perché in questo genere di azioni, quando le si consuma, si ricorre all’attentato dichiarato ma, soprattutto, perché alle piazze Wasp preoccupa l’Euro, non la Cina verso cui vanno dichiaratamente a duopolio mercantile. E’ invece l’emancipazione europea a trazione tedesca che le acciglia. Nel mediterraneo come ad est, perché lì, al contrario di quanto ci raccontano….

Di veleno pozione
La pace di Minsk è stata opera diplomatica tedesca. A firmare gli accordi sono stati i russi e gli ucraìni ma anche la Merkel e Hollande, un atto significativo e inusuale che il loro ruolo abbia avuto valore ufficiale: il messaggio è potente. L’impegno per la pace è stato siglato rispettando gli interessi russi ma convincendo Mosca che a garantire la convivenza in una Federazione che dovrebbe andare a progressivo disarmo delle parti e non aderire né alla Ue né alla Nato, dovrebbero essere l’Osce e con essa esplicitamente attive Parigi e Berlino.
In altre parole la crisi ad est, causata dal malgoverno di Kiev e dalle eccessive ingerenze russe, istigata da Soros, alimentata dagli inglesi e presa al balzo da Putin per non affrontare le crisi interne, è stata sorprendentemente gestita in maniera perfetta da Berlino al punto da ricomporre, anche se in modo per ora fragile ed episodico, quell’asse Parigi-Berlino-Mosca che in un recente passato, ovvero durante la guerra all’Iraq, creò grossi grattacapi al predominio Wasp. Londra ha ceduto e se n’è tornata con la coda tra le zampe e le pive nel sacco.
Le chiavi di volta ora sono le due incognite: Parigi e Mosca.
Se il Cremlino accantona la demagogia a uso interno cui si è un po’ troppo affidata durante la guerra ucraìna e riprende invece a cucire i rapporti economici, energetici e strategici con l’Europa, voltando le spalle al suo neo-alleato Nethanyau, cosa possibile vista la forza reale tedesca, possiamo aspirare a un bel futuro.
L’attacco però si opererà, come allora, sul polo debole, Parigi, e puntando sull’agente di sempre, Sarkozy, quindi vedrete che la Francia sarà strategica.

Maroni e Sarkozy
Noi non possiamo fare granché, ma sarebbe bello evitare di fungere da utili idioti dei centri nostalgici della vittoria sull’Asse e da lacchè benevoli delle Banche Rothschild.
Quando Maroni da Tel Aviv dichiara che la Lega è alleata del Front National, dei russi e delle destre americane e israeliane intende qualcosa di più preciso e che non riguarda la Lega soltanto ma l’intera destra populista europea di oggi. Significa che ammette candidamente proprio la dipendenza dalle Banche Rothschild e la partecipazione a quel partito che non vuole la Russia come alleata dell’Europa ma come sua avversaria. E’ la riedizione della dipendenza di Yalta.
Sta ai rivoluzionari, quei pochi che ci sono, agire in quell’ambito per neutralizzare tutti i Maroni e tutti i Philippot. La partita francese in particolare sarà decisiva: vediamo amici del Front e camerati – quelli che lì dentro lo sono – di non fare i portatori d’acqua per Sarkozy all’Eliseo!
Sembrerò astruso ma sostengo che si debba tornare subito alla linea di Jean-Marie: nazionale al primo turno e socialista al secondo. Altrimenti si opererà contro la Francia e per il gran bene dei vostri padroni e signori. Se non contiamo nulla meglio non fare che lavorare per il nemico. 

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