venerdì 19 Luglio 2024

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Con questa saga tedesca

Questa, ricostruita raccogliendo le scarne notizie immesse su internet, è la vicenda di Ilse Hirsch, che fu una delle patriote tedesche che parteciparono alle azioni del Werwolf.
Ancora oggi il suo volto pulito e illuminato dalle più alte aspirazioni ideali all’amor di Patria, all’equità distributiva e alla saggia e funzionale organizzazione sociale, ci parla del suo elevato idealismo e della sua serena e limpida determinazione, nonché del suo coraggio, qualità che, essendone privi in tanti, sono quasi incomprensibili di questi tempi di uomini interiormente mutili. Dal viso traspare un animo forte provvisto di una quieta assolutezza, insopportabile all’eternamente cauto tipo umano del benpensante che guarda esclusivamente alla propria personale convenienza, oggi così diffuso.

 «Werwolf fu il movimento di resistenza tedesco e così fu chiamato il piano che nell’autunno del 1944 Himmler espose durante una riunione con il capo della Gioventù hitleriana Artur Axmann, l’SS-Obergruppenführer Hans Adolf Prützmann, il capo RSHA Ernst Kaltenbrunner e il Waffen-SS Obsturmbannführer Otto Skorzeny.
Prützmann, capo SS nel 1943 per il settore sud orientale e l’Ucraina e dal 1944 generale SS della polizia, assunse la direzione dell’organizzazione ed il compito di reclutare volontari e di organizzare il loro addestramento che sarebbe stato poi messo in pratica dagli SS-Jagdverband (squadre di caccia) di Skorzeny.
Una volta addestrate, le unità Werwolf sarebbero passate dalla guida d’inesperti ragazzi della Hitlerjugend (HJ) e altre organizzazioni giovanili a quelle d’ufficiali veterani dell’esercito e della Waffen SS.

Ilse nacque nella città industriale di Hamm nel 1922, entrò a far parte BDM (Lega delle ragazze tedesche) all’età di sedici anni e presto divenne uno dei suoi principali organizzatori nella città di Monschau.
Il 21 ottobre 1944, dopo sei settimane d’assedio Aquisgrana, completamente distrutta, era caduta in mano americana. Il 30 ottobre del 1944 gli occupanti nominarono sindaco l’avvocato Franz Oppenhoff. La prima autorità tedesca imposta dal nemico. Il Werwolf lo considerò un traditore collaborazionista con l’occupante e perciò lo condannò a morte.
Per giustiziarlo l’organizzazione pianificò un’operazione alla quale parteciparono Ilse Hirsch di ventidue anni, il tenente delle SS Wenzel, il suo operatore radio Sepp Leitgeb, Karl Heinz Hennemann, Eric Morgenschweiss di sedici anni e Georg Heidorn, dirigente Werwolf per le operazioni nella zona della Renania.
Per preparare l’operazione – l’Unternehmen Karneval (Operazione Carnevale) – ovvero un’impresa volta a colpire il Burgermeister di Aachen (Borgomastro di Aquisagrana), la prima città tedesca a cadere in mano agli alleati, s’incontrarono nel castello di Hülchrath, sede del Werwolf.
Il 24 marzo del 1945 il commando Werwolf fu lanciato con il paracadute in territorio occupato dal nemico in una foresta del Belgio nei sobborghi di Aquisgrana – città che Ilse conosceva perfettamente – da un Boeing B-17 americano catturato del Kampfgeschwader 200 (abbreviato in KG 200) ossia il 200º stormo da bombardamento della Luftwaffe (che lavorò in cooperazione con l’Abwehr e le forze speciali Brandenburg in una serie di missioni di infiltrazione dietro le linee nemiche. Altri compiti del KG 200 erano voli di ricognizione a lungo raggio e prove di velivoli nemici catturati o di nuovi aerei e sistemi d’arma tedeschi. L’unità fu attiva dal febbraio 1944 all’aprile 1945).
Dovettero uccidere una guardia di confine con il Belgio alla frontiera, poi si accamparono vicino al bersaglio. Ilse Hirsch si separò dal resto del gruppo e contattò un amico del BDM di Aachen e scoprì il luogo dove abitava Oppenhoff.
Oppenhoff di quarantun anni, sua moglie ed i tre figli vivevano nella Eupener Strasse al n° 251.
Il resto del gruppo arrivò a Aquisgrana il 25 marzo. Condotti da Ilse Hirsch alla casa, Wenzel e Leitgeb si presentarono a Oppenhoff alla porta e, fattisi aprire, si presentarono come paracadutisti tedeschi in fuga che stavano cercando le linee amiche. I giovani gli chiesero di poter entrare, per parlargli e per poter avere dei lasciapassare.
Oppenhoff chiese loro di attendere, e se ne andò per qualche istante. Quando tornò, per riprendere la discussione, Wenzel e Leitgeb lo freddarono con due colpi alla testa. Era la Domenica delle Palme.
L’uccisione venne compiuta dal comandante del gruppo, il tenente SS Wenzel, e da Sepp Leitgeb, che sparò il colpo fatale quando Oppenhoff era sui gradini della sua residenza. Ilse Hirsch non prese parte all’esecuzione reale, ma agì solo come guida.
Mentre scappavano dalla città Ilse Hirsch mise il piede su dei fili collegati a una mina sepolta che, esplodendo, la ferì gravemente a un ginocchio mentre una scheggia uccise Sepp Leitgeb. Curata in ospedale la ragazza tornò nella sua casa di Euskirchen.
Tutti i membri del commando, ad accezione del tenente Wenzel, furono catturati e processati dopo la guerra. Al loro processo in Aachen nel mese di ottobre 1949, tutti vennero giudicati colpevoli e condannati da uno a quattro anni di carcere, ma Ilse Hirsch ed Eric Morgenschweiss vennero liberati, tenuto conto della loro età. Del tenente Wenzel si persero le tracce, e se ne ignora completamente la sorte.
Nel 1972, Ilse Hirsch risultava felicemente sposata, madre di due ragazzi adolescenti e viveva solo a una ventina di miglia dalla scena dell’evento più importante della sua vita».

 Non so se Ilse sia ancora in vita oppure se sia a guardarci da dietro il cielo stellato. Non so se nella parte della sua vita successiva ai fatti narrati sia riuscita a tener fede al suo essere di gioventù; non so se la pressione alla quale i tedeschi, forse più di chiunque altro, furono – e sono – sottoposti, abbia avuto su di lei una influenza subornante.
Comunque stiano le cose, vorrei concludere rendendo omaggio all’atto eroico di tanti anni fa, l’atto puro di chi, in ogni caso, ha vinto, perché sebbene la sconfitta abbia travolto la Germania di allora, Ilse ha conseguito una vittoria per il suo essere che non potrà, in futuro – anche se non si sa quando -, dare i suoi magnifici frutti. 

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