venerdì 19 Luglio 2024

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Gli Usa e il presunto declino di superman

A partire dagli esordi del nuovo millennio,la percezione più diffusa era quella di trovarsi davanti ad un impero che aveva imboccato la parabola discendente nel proprio cammino storico,complici gli apparenti insuccessi in Afghanistan e in Iraq.Lo scenario geopolitico globale, tuttavia impone un’altra considerazione della realtà ,che contraddice radicalmente quella percepita sino ad oggi.A preambolo del ragionamento è necessario focalizzare l’attenzione sui due elementi che sono alla base del concetto di mercato:la domanda e l’offerta,dalla cui combinazione scaturisce il livello dei prezzi;inoltre in un’ economia liberista come quella Usa le rivoluzioni economiche interne dettano le strategie di politica estera, e nella fattispecie siamo ad una svolta epocale.Innanzitutto la priorità della strategia americana è la preservazione e il rafforzamento del loro dominio a livello globale,avvalendosi di strumenti finanziari,militari,economici e politici;la linea di approccio della politica statunitense è quindi di tipo pragmatico,dettata dal primato della cultura economica su quella politica.Gli Stati Uniti dal 1945 sino agli anni 2000,hanno mantenuto il loro primato di potenza a livello globale grazie a quello economico,soddisfacendone tutti i vari parametri:primato nell’importazione di beni e servizi da tutto il mondo,primato tecnologico,ma soprattutto primo importatore di idrocarburi del mondo.Questa necessità dell’economia americana,si è tradotta in una complessa azione politica,che si è avvalsa di tutti gli strumenti sopra citati,per assicurarsi tutti quei primati,onde divenire punto di riferimento dell’economia globale.Condizione necessaria e fondamentale per il raggiungimento di tutti questi obiettivi vi era soprattutto il primato del dollaro,elevato al rango di divisa forte e valuta utilizzata negli scambi internazionali, in particolare nell’acquisto di idrocarburi,che ne ha ulteriormente rafforzato il primato finanziario.Chiaramente tutte queste prerogative potevano solo essere appannaggio della prima potenza globale,che da sola costituiva il più importante pilastro della domanda globale di ogni genere di beni e servizi, onde poter influenzare il resto del globo.In questa fase gli Stati Uniti hanno condotto diverse guerre nell’area medio-orientale,avendo il duplice scopo di soddisfare la propria sete di energia e di mantenere il dollaro nello status di valuta impegata nell’acquisto di idrocarburi.L’avvento della globalizzazione ha visto l’ascesa di nuovi attori geopolitici nelle diverse aree del mondo,in primo luogo la Cina,che sta progressivamente scalzando gli Usa dai primati economici di cui ne era stato detentore indiscusso negli ultimi settanta anni;dunque è cresciuta la percezione di trovarsi innanzi ad un impero in declino e aveva preso quota l’idea della necessità di un nuovo ordine mondiale,in cui il peso geopolitico americano si sarebbe ridimensionato a favore delle nuove potenze,in relazione ai parametri economici.

RIVOLUZIONE ENERGETICA AMERICANA E YALTA ENERGETICA

A partire dagli anni 2000 negli Usa è avvenuta una vera e propria rivoluzione energetica sulla quale ingenti capitali sono stati investiti:lo shale gas e lo shale oil,ottenuti con l’utilizzo di nuove e sofisticate tecnologie,che sono in grado anche di aumentare la produttività di giacimenti esausti sino ad un massimo del 65%. è evidente che hanno la ferma intenzione di capitalizzare al massimo questo loro potenziale,che tuttavia ha dei limiti:in primo luogo i costi stimati tra i 25-35$ al barile,cifra eccessiva se si considera che nei giacimenti tradizionali i costi variano tra i 5-15$ al barile.Partendo da quest’ultima considerazione,appare cruciale il controllo dell’offerta petrolifera e gasifera a livello globale,in quanto un eccesso di offerta porterebbe ad un abbassamento dei prezzi che se scendono sotto una certa soglia,minerebbero alle fondamenta la possibilità di attuazione di questa strategia.Quest’ultima asserzione è di capitale importanza,perchè il controllo dell’offerta energetica nel breve-medio periodo,costituisce il nocciolo duro dell’accordo russo-americano,che preferiamo nominare “yalta energetica”,in cui sono coinvolte anche altre potenze regionali del medio-oriente(Iran e Arabia Saudita) e del sud-america(Brasile),affinchè,seppur per ragioni differenti, i prezzi non scendano oltre un certo limite,in quanto alcune di queste si ritroverebbero prossime alla banca rotta soprattuto Russia e Iran.Tra i pochi paesi al mondo che possono permettersi nel breve-medio periodo un aumento dell’offerta di idrocarburi convenzionali e tradizionali vi sono:Stati Uniti,Canada,Iraq e Brasile.Tra questi quattro paesi l’unico escluso dalla “yalta energetica” è l’Iraq,che diviene in qualche mondo il simbolo di un’intera area,ed è il punto in cui si palesa l’unità di intenti di tutti gli attori dello scacchiere regionale e globale,che promuovono in sinergia tra loro il caos nell’area.Il ripristino delle produzioni medio-orientali soprattutto in Iraq e Libia è legato a doppio filo alla crescità globale,che essendo debole,non garantisce nè la sopravvivenza per tutti, nè gli spazi necessari che possano consentire a Washington di dirigersi verso la tanto agognata autarchia energetica.

SITUAZIONE EUROPEA

Dallo stravolgimento geopolitico in atto,possiamo affermare con certezza che l’unica potenza che esce pesantemente ridimensionata e che ne pagherà pesantemente il prezzo è l’Europa.Ancora una volta perde Berlino e perde l’Europa;fallisce anche l’asse Berlino-Mosca-Pechino in cui anche l’Italia avrebbe esercitato un ruolo importante.L’invasività nel cuore d’Europa di Londra ha giocato un ruolo importante,portando la Polonia nella propria sfera di influenza a discapito di Berlino,acuendo la frattura tra est ed ovest.Il motivo del passaggio di Varsavia nell’orbita londinese,è dovuto fondamentalmente al possesso della prima riserva europea di shale gas,che molto probabilmente nel prossimo futuro verrà sfruttata da multinazionali anglo-americane che hanno già ricevuto permessi esplorativi,stando alle intenzioni della commissione europea di differenziare i fornitori.Possibilità di replicare autonomamente la rivoluzione energetica americana,non ve ne sono, per l’incompatibilità del modello economico-sociale europeo con quello americano.

CONCLUSIONE

La rivoluzione geopolitica globale in corso,è la diretta filiazione del passaggio da parte dell’economia statunitense nell’ultimo decennio da pilastro della domanda energetica globale a pilastro dell’offerta energetica globale.Questo delicato passaggio è di cruciale importanza, perchè da qui scaturisce il passaggio verso nuovi strumenti di potere, volti ad assicurare il primato americano.In primo luogo la dollarizzazione del sistema finanziario globale,a cui abbiamo assistito sino ad oggi ,non è più una necessità,semmai comincerà a divenire scomoda nella misura in cui ripartiranno industrialmente,grazie a prezzi energetici dimezzati, e con l’ausilio della stampa in 3D si prevede che possano concorrere con le merci cinesi.Sono gli States che vogliono un mondo multipolare,non di certo i suoi presunti antagonisti.In altre parole Washington vince su tutti i fronti,rilanciando la Nato,e rilanciandosi sul piano economico e finanziario.In termini metapolitici possiamo asserire di essere nella fase di transizione dal nomos del mare che si è andato ad esaurire, verso il nomos dell’aria che comincia ad affermarsi.

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