venerdì 19 Luglio 2024

Discriminazione

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Di fronte alla resistenza passiva dei “Poteri forti”, forti e prepotenti coi deboli, dell’attuale Stato che si autodefinisce democratico senza esserlo veramente, Salvatore Macca, Presidente Emerito della Corte d’Appello di Brescia, Presidente On.Agg. della Cassazione e Cavaliere di Gran Croce, sul filo della logica stringente e di argomentazioni giuridiche difficilmente contestabili e non più eludibili, si ribella, nel modo più civile e non violento possibile, al rifiuto pervicace e protervo, opposto col silenzio ostruzionistico a una larga fetta di cittadini italiani di esercitare il sacrosanto diritto di costituirsi in partito.
Salvatore Macca, secondo di cinque figli e unico maschio. Magistrato il padre, è nato a Noto (SR) il 4 marzo 1924. Sposato. ha due figli maschi ed è vedovo. Dal 1927 al 1941 vive a Messina, dove compie gli studi classici al Liceo Maurolico e all’istituto Arnaldo, a Brescia, dove la famiglia si trasferisce nel 1941, conseguendo nel 1942, la maturità classica. In ottobre si iscrive al primo anno della facoltà di giurisprudenza presso I’Università Statale di Milano. L’8 settembre 1943 coglie Salvatore Macca a Brescia, dove viene fondato il Partito fascista repubblicano, al quale, col padre Ernesto, aderisce tra i primi (tessere n.8 e 9). Poco dopo si arruola volontario nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, ma successivamente, essendo munito di brevetto di pilota d’aliante e di brevetto di pilota civile d’aereo, viene assegnato alla risorta Aeronautica Nazionale Repubblicana e inviato col grado di Primo Aviere, alla Squadriglia Scuola Aerosiluranti presso l’aeroporto della Malpensa, con l’indicazione di Lonate Pozzolo-Castano Primo e poi a Venegono (Varese). Dopo la caduta di Roma, l’attività della Squadriglia Scuola non può proseguire e al reparto vengono assegnati compiti di antiguerriglia. Nel 1945, quando ormai le sorti del conflitto sono segnate, il 5? Battaglione Aeronautica A.P. , cosi denominata l’originaria Squadriglia Scuola Aerosiluranti del Gruppo Faggioni, l’uno marzo 1945 viene inviato a Desenzano del Garda, a difesa degli attacchi aerei a volo radente da parte di apparecchi isolati, attacchi sventati, uno dei
quali con l’abbattimento di un apparecchio, ad opera di Salvatore Macca il 24 aprile 1945, con i
cannoncini Scotti 20 mm. Il reparto si sciolse il 27 aprile 1945, su ordine del Capitano Casali. Il servizio militare di Salvatore Macca non è mai stato riconosciuto dai governi del regime antifascista succedutisi dal 1945 in poi.
Tornato alla vita civile, con la famiglia impoverita dall’epurazione del padre è costretto per sopravvivere, a vendere la modesta proprietà ereditata in Sicilia. Salvatore Macca riprende gli studi interrotti e nel 1946 consegue la laurea in giurisprudenza all’Università degli studi di Milano. Nel 1950, entra in magistratura compiendo, in quarantasei anni di effettivo servizio, tutte le esperienze giudiziarie che ne completarono la cultura giuridica e l’esperienza professionale. Negli ultimi anni di servizio, fu il Presidente della Corte d’Appello di Brescia, con giurisdizione sulla Lombardia orientale (Tribunali di Brescia, Bergamo, Mantova, Cremona e Crema).
Dopo il pensionamento affronta il problema della discriminazione dei cittadini italiani di fede fascista, ricorrendo nel 2002, alla sedicente Corte Europea di Strasburgo per la tutela dei diritti dei cittadini. Dopo due anni di sollecitazioni e di inutili speranze, viene informato che la sua domanda è stata respinta e che la sentenza non era appellabile. Ma di sentenza neanche l’ombra, essendo la stessa costituita dalla scheletrica comunicazione della reiezione priva di qualsiasi motivazione, contro ogni regola giuridica di tutti gli Stati del mondo. Salvatore Macca appellò ugualmente ma senza alcun risultato. Salvatore Macca, il 4 aprile 2008 ha proposto un’azione legale contro l’attuale capo dello Stato, che accusa, con giuridiche e motivate argomentazioni, di attentato alla Costituzione, poiché impedisce che gli articoli 3, 18, 21. e 49 di essa, destinati a tutti i cittadini italiani, siano goduti da questi ultimi, lasciando surrettiziamente in vita la XII disposizione transitoria della costituzione, che avrebbe dovuto avere vita breve, quanto necessario per coordinare la vecchia normativa con la nuova, ma che invece è in vigore dall’uno marzo 1948. La vigenza anomala di essa è lo strumento sleale, malizioso e ingannatore, la base indispensabile, per l’applicazione e la perpetuazione delle norme discriminatrici e vessatorie.

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