venerdì 19 Luglio 2024

Il tesoro? Lo ha preso Morgan

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Grilli e le sue smentite all’italiana

Le aveva definite “voci infondate e dannose”, quando il giorno prima del varo del governo Monti, il 14 novembre del 2011, era stato ipotizzato un suo passaggio a Jp Morgan. Allora Vittorio Grilli era direttore generale del Tesoro e a luglio si era parlato di lui come di un possibile successore di Mario Draghi alla guida di Banca d’Italia. Il suo sponsor era Giulio Tremonti, un astro in discesa che non riuscì a piazzare il suo protetto al vertice di Via Nazionale. Grilli aveva chiesto l’appoggio per salire sul trono dei banchieri italiani anche a Massimo Ponzellini, il discusso presidente della Banca Popolare di Milano, finito al centro di un’inchiesta per finanziamenti facili a un giro di “amici”. Ma non gli valse a nulla, la spuntò Ignazio Visco.

La scossa per lui arriva il giorno dopo la smentita del passaggio a Jp Morgan con il giuramento del governo Monti, che lo chiama al suo fianco come viceministro dell’Economia. Diventerà il titolare del dipartimento, però, solo a luglio del 2012, quando il premier dello spread deciderà di lasciare l’interim del Tesoro. Da ministro, era stato al centro di una polemica per l’acquisto di un appartamento a Roma finanziato dal Monte dei Paschi di Siena con un mutuo superiore all’importo del valore della casa.

Oggi, a distanza di quasi tre anni, quelle voci che lo volevano vicino a un approdo a Jp Morgan, trovano una conferma a posteriori, perché l’ex ministro è stato nominato presidente del Corporate & Investment Bank della banca americana per l’area Europa, Medio Oriente e Africa. Grilli entra nel novero di tutti quei politici che dopo una lunga militanza all’interno dello Stato finiscono a fare i consulenti per le grandi banche d’affari, sempre attente a raccogliere i fuoriusciti che possono garantire loro gli appoggi giusti per entrare nel giro degli affari degli Stati. E in Italia, tra la gestione di 2mila miliardi di debito pubblico e le nuove privatizzazioni annunciate dal presidente del consiglio Matteo Renzi, non manca certo il lavoro per gli advisor finanziari. 

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