venerdì 19 Luglio 2024

Ma in alto mare

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L’eloico a cui non pensi

In Italia conosciamo bene quelli che vengono definiti parchi eolici onshore, cioè realizzati sulla terraferma. Abbiamo iniziato anche a conoscere quelli costruiti in mare, ma vicino alla costa che sono chiamati nearshore (in Puglia, nel Tarantino). Poi ci sono quelli offshore installati in mare aperto, lontani qualche chilometro dalla costa.
Ma perché andare offshore, in mare aperto, per installare pale eoliche? La risposta è da cercare nelle condizioni atmosferiche che consentono migliori performance in termini di resa energetica: lontano dalla costa i venti sono più intensi, perché non incontrano ostacoli come montagne, edifici o altre infrastrutture. Inoltre, in mare aperto, i venti sono più regolari, garantendo forniture di energia più costanti e le strutture sono sottoposte a minori stress meccanici. Non da ultimo, c’è anche il tema dell’impatto paesaggistico: sulla terraferma o vicino alla costa gli impianti sono ben visibili, mentre al largo scompaiono e le turbine possono essere considerate come scogliere artificiali che costituiscono un luogo ideale per il ripopolamento ittico e la protezione della biodiversità marina.

Come funziona l’eolico offshore
Il funzionamento di un parco eolico offshore è uguale a quello sulla terraferma: l’elettricità viene generata da turbine azionate dalla rotazione delle pale mosse dal vento. L’elettricità viene poi trasportata tramite cablaggi sottomarini e quindi smistata nella rete di distribuzione.
Per quanto riguarda invece l’installazione degli impianti esistono due opzioni: se il fondale marino non è troppo profondo la torre può essere ancorata ad esso; in mare aperto, invece, le pale eoliche vengono collocate su piattaforme galleggianti.
Quest’ultima è una soluzione tecnologica recente e con grandi potenzialità di sviluppo e di applicazione. Con l’eolico offshore, soprattutto di tipo galleggiante, è possibile costruire rotori di maggiori dimensioni, capaci di catturare e produrre più energia. E grazie a software di controllo avere sempre la situazione monitorata in tempo reale dalla terraferma.
Parliamo di tecnologia eolica offshore con Edoardo Dellarole, Responsabile Elettrificazione di Eni, che è ospite in questa puntata dei podcast di Agi in collaborazione con Eni.

I numeri dell’eolico offshore
Nel 2022, la produzione di energia elettrica da impianti eolici offshore, a livello mondiale, è stata di 63.200 megawatt, in continuo aumento dal 2009 a oggi. Tra il 2010 e il 2020, il costo medio di nuovi impianti è diminuito del 48 per cento a livello mondiale, con stime che prevedono un ulteriore calo nei prossimi anni. E la capacità di produzione di energia totale dei parchi offshore è salita, lo scorso anno, al 22 per cento del totale del comparto eolico, triplicando rispetto al 2021, quando rappresentava il 7 per cento.
La Cina è sotto i riflettori per l’adozione di questa tecnologia con una potenza installata raddoppiata fra il 2018 e il 2020 e che, da sola, rappresenta circa l’80 per cento della crescita per quanto riguarda l’eolico offshore. L’Europa però ha storia e numeri per tenere testa al gigante asiatico, ancora oggi, infatti, ospita il 70 percento della potenza installata al mondo e può vantare diversi primati: è stata la Danimarca, ad esempio, a costruire, nel 1991, il primo parco eolico offshore su scala commerciale a livello globale, mentre la Gran Bretagna ha inaugurato nel 2022 il più grande parco offshore al mondo (Hornsea 1 con una potenza di 1,3 GW).
Per quanto riguarda l’Italia la tecnologia dell’eolico offshore è considerata innovativa nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima redatto dal Ministero dello Sviluppo Economico nel dicembre 2019. L’obiettivo è quello di coprire grazie alla produzione di energia dalle fonti rinnovabili il 55 per cento dei consumi di elettricità nel Paese e il 30 per cento dei consumi totali di energia entro il 2030. Il target da raggiungere è di 300 MW prodotti da eolico offshore nel 2025 e 900 MW nel 2030. Non si escludono collaborazioni nel Mar Mediterraneo con Paesi vicini.

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