sabato 20 Luglio 2024

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Ma, documenti o no, restiamo fedeli alla tesi che i primi furono i vichinghi

La scoperta di una nuova mappa potrebbe rivelare che l’esploratore italiano Marco Polo fu in realtà il primo europeo a scoprire l’America, più di due secoli prima di Cristoforo Colombo.
Una mappa disegnata sulla pelle di pecora mostra quelli che sembrano essere lo stretto di Bering, l’Alaska, le isole Aleutine e la costa occidentale del Nord America.
La mappa proviene da un gruppo di 14 documenti che sono stati per la prima volta studiati a fondo. Sono stati trovati nel 1930 in un baule che apparteneva ad un immigrato italiano che si stabilì a San Jose, in California.
I documenti, pare siano stati scritti da Bellala, la figlia dell’esploratore. Qui si racconta che il padre incontrò un commerciante siriano sulla penisola di Kamchatka, sul bordo orientale del continente asiatico. Il commerciante raccontò a Polo di una terra lontana ad oriente, raggiungibile con un viaggio lungo 40 giorni dalla Kamchatka. Così Polo salpò per il Nord America, attraversando lo stretto di Bering, quei 51 chilometri che collegano il punto più orientale dell’Asia fino al punto più occidentale dell’Alaska.
Secondo i documenti, la nuova terra sarebbe stata chiamata “la penisola delle foche” ed era “due volte più lontano della Cina”.
Qui Polo scoprì un popolo che indossava pelli di foca, mangiava pesce e viveva sottoterra. I documenti descrivono anche un grande ghiacciaio che scendeva verso il mare.
Sembra poi che Polo abbia navigato lungo la costa dell’Alaska, forse anche intorno alle isole Aleutine e giù per la costa canadese.
Se i documenti fossero autentici, potrebbero rovesciare le comuni credenze sul viaggio Di Colombo nel 1492. Ma l’autenticità deve ancora essere determinata.
“Vorrebbe dire che è stato un italiano a scoprire la costa occidentale del Nord America,” dice lo storico Benjamin B. Olshin, un professore di storia alla University of the Arts di Philadelphia.

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