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Microsoft chiama, sicofanti rispondono PDF Stampa E-mail
Scritto da Noreporter.org   
Domenica 09 Maggio 2004 01:00

E' un giovane studente tedesco di 18 anni il creatore di «Sasser», il virus informatico che nel giro di pochi giorni ha infettato 18 milioni di computer in tutto il mondo, mandando in tilt i sistemi informativi di aziende, banche, compagnie aeree e uffici amministrativi. Il virus ha attaccato via internet i sistemi Windows 2000, Windows Server 2003 e Windows XP.

Come ha detto la polizia, il giovane - arrestato ieri sera nella piccola località di Waffensen, presso Rotenburg, nel Land settentrionale della Bassa Sassonia - ha confessato oggi di essere stato lui a programmare «Sasser». Dopo l'interrogatorio, il giovane - ha detto il portavoce della polizia criminale della Bassa Sassonia, Detlef Ehrike - è stato rimesso in libertà. La sua identità non è stata resa nota: si sa che avrebbe da poco ottenuto il diploma in una scuola professionale, con l'intenzione tuttavia di proseguire gli studi nel campo informatico. Nell'interrogatorio il giovane avrebbe ammesso inoltre di aver elaborato prima di «Sasser» anche programmi antivirus. Sembra che le informazioni decisive che hanno portato sulle tracce del ragazzo tedesco siano arrivate dalla Microsoft, il cui capo Bill Gates aveva posto una «taglia» di 250 mila dollari sulla testa dell'untore. Alla multinazionale, ha detto il portavoce Sasha Hanke, è giunta una telefonata da parte di persone che affermavano di conoscere l'identità del responsabile. Sempre in Germania, nel Land meridionale del Baden- Wuerttemberg, è stato arrestato anche l'autore dell'altro virus informatico «Phatbot», un giovane di 21 anni che ha anch'egli confessato di aver creato il virus unitamente ad altri hackers di Baviera, Amburgo e Bassa Sassonia. Secondo la rivista «Spiegel», lo stesso creatore di «Sasser» sarebbe responsabile della programmazione dell'altro virus informatico, «Netsky.ac», propagatosi nella notte fra lunedì e martedì scorsi.

 
Proteggersi dai virus invisibili PDF Stampa E-mail
Scritto da Zeusnews.it   
Domenica 09 Maggio 2004 01:00

Veniamo attaccati semplicemente perché siamo online. Fingere di non esserci può essere molto di più di una semplice scusa.

Si è parlato e si parla molto degli ultimi virus (worm, per l'esattezza) che non hanno bisogno di veicolarsi tramite e-mail ma possono colpire un qualsiasi computer semplicemente se collegato a Internet.

Negli anni, siamo stati abituati a installare coscienziosamente le ultimissime versioni dei più noti prodotti antivirus e gli aggiornamenti del sistema operativo, così da assicurarci una certa tranquillità dal punto di vista della sicurezza.

Oggi non è più possibile ritenere che questo sia sufficiente, poiché un antivirus non rileva attacchi dall'esterno, ne configura le nostre connessioni in modo che vengano trasmessi e ricevuti solo i dati desiderati. La diffusione di un mail-less virus inizia con un "censimento" dei computer vulnerabili presenti in Rete.

La fase preliminare di un attacco avviene tramite una scansione più o meno casuale di Internet allo scopo di ottenere informazioni utili sulla presenza, sistema operativo e vulnerabilità dei computer interrogati; se i dati ottenuti da un indirizzo Ip soddisfano i requisiti necessari al worm per entrare in azione, il computer verrà attaccato.

Molto è stato detto sulle vulnerabilità che vengono sfruttate da worm di vario genere, e sul come risolverle, ma è ragionevole pensare che gli attacchi possono essere evitati a monte, non permettendo al nostro sistema operativo di fornire le informazioni richieste dagli attaccanti?

Per esempio, uno dei più semplici strumenti di scansione è il ping, che utilizza il protocollo di controllo ICMP (Internet Control Message Protocol) per rilevare la presenza di un computer o di un intera sottorete (Broadcast ICMP). Il ping non fa altro che inviare delle particolari richieste di ECHO, se il destinatario è attivo risponderà con un ICMP ECHO REPLY.

Può sembrare banale ma, se il nostro computer risponde a richieste di questo tipo, le probabilità di un attacco e di un infezione aumentano in modo esponenziale; sicuramente, per motivi funzionali, non verranno fatti tentativi estremi di rilevare computer che sembrano essere spenti o non connessi alla rete.

Per assicurarci davvero una certa sicurezza, è allora necessario dedicare pazienza e tempo all'installazione di un firewall, che ci consente di filtrare i pacchetti in entrata e in uscita e di risultare molto meno visibili alle scansioni da parte di worm e anche di hacker maligni (o cracker, come qualcuno preferisce definirli). Esistono molti prodotti freeware e altrettanto validi liberamente scaricabili.

Un ultimo aspetto. Nel caso il nostro computer fosse usato come punto di attacco da parte di un virus, i log del firewall potrebbero esserci utili per dimostrare di non essere noi stessi gli autori dell'attacco.

Cristian Zavettieri
 
L'asse della pace PDF Stampa E-mail
Scritto da Henri de Grossouvre   
Domenica 09 Maggio 2004 01:00

Tra Parigi, Berlino e Mosca sta nascendo, pur tra mille incertezze, l’asse dell’indipendenza europea e della pace mondiale. Parola di Henri de Grossouvre, astro nascente della nuova geopolitica francese ed autore di un fondamentale libro sull’argomento.

Dopo la dichiarazione comune di Francia, Germania e Russia il 10 febbraio 2003, l’asse Parigi-Berlino-Mosca ha provato di incarnare l’asse della pace: “C’è ancora un’alternativa alla guerra. L’uso della forza non potrà costituire che un’ ultima risorsa. La Russia, la Germania e la Francia sono determinate a dare tutte le possibilità di disarmo all’Iraq in condizioni di pace”. Il nostro libro “Parigi-Berlino-Mosca” pubblicato nel maggio del 2002 [disponibile ora anche in traduzione italiana: Henri de Grossouvre, Parigi Berlino Mosca, Fazi Editore, 18 € - ndr] portava già il sottotitolo “la via dell’indipendenza e della pace”. Questo libro spiegava come, da Charles de Gaulle fino ad oggi, la Francia e la Germania, allorché cooperano e s’intendono su degli obiettivi comuni, siano sempre state in grado di strappare l’adesione dei loro partner europei. Questo libro spiegava anche come e perché la messa in opera di un partenariato strategico tra l’Unione Europea e la Russia attorno ad un asse ideale Parigi-Berlino-Mosca permetterà all’Europa di risolvere le grandi sfide del XXI secolo: l’energia, la sicurezza, lo spazio e il dominio delle alte tecnologie. Questo libro proponeva delle soluzioni concrete e pragmatiche per gli ambiti istituzionali, economici, strategici e politici. Il caso specifico della posizione comune di Francia, Germania e Russia sull’Iraq ci lascia intravedere il potenziale dell’asse Parigi-Berlino-Mosca.

È certamente verosimile che l’asse Parigi-Berlino-Mosca non sopravvivrà, a corto termine, alla crisi irakena. Ma la posizione comune tripartita avrà rivelato il potenziale operazionale che custodisce questa alleanza continentale, poiché Parigi, Berlino e Mosca sono sempre stati e resteranno i tre grandi centri di gravità geopolitica maggiori del continente europeo. In Francia, l’abilità di de Villepin, gli avvenimenti internazionali e la coesione ritrovata dell’esecutivo hanno permesso a Jacques Chirac di assumere sulla scena mondiale una missione di resistenza gollista per la quale non sembrava predestinato. Negli ambiti prioritari delle cooperazioni franco-tedesche e franco-russe, il capo della diplomazia francese accumula i successi. Ha trovato un compromesso sul PAC ed ha così rinnovato il dialogo franco-tedesco, poi ha contribuito in maniera decisiva a trovare un accordo sulla questione di Kalinigrad, e, infine, ha lavorato al ribaltamento totale della politica di Jacques Chirac nei confronti della Russia. Organi come il consiglio di cooperazione franco-russo sulle questioni della sicurezza rinforzano le collaborazioni già quotidiane tra i Ministeri della Difesa dei due paesi ed i loro servizi di informazione militare. Il dialogo energetico che era al centro degli incontri intergovernativi franco-russi del novembre 2002 è, infine, ugualmente seriamente avviato. Ormai, Dominique de Villepin e Joschka Fischer rappresentano personalmente i loro paesi ai lavori della convenzione e coordinano efficacemente le loro azioni. L’apertura di un centro culturale comune franco-tedesco a Mosca dovrebb

 
Ai coloni dei territori: "Cari Fratelli.." PDF Stampa E-mail
Scritto da Noreporter.org   
Domenica 09 Maggio 2004 01:00

Deborah Faith,giornalista italo-israeliana si è cosi rivolta ai coloni israeliani della striscia di Gaza minacciati di trasferimento dal piano di Sharon riguardante lo smantellamento delle colonie ebraiche . L' articolo è tratto dal sito : http://www.ebraismoedintorni.it/home.cfm

Cari Fratelli

di Deborah Fait

Il mio cuore e' con voi.
Avete lavorato, vi siete rotti la schiena su quei sassi e su quella sabbia e avete creato in Giudea , Samaria e Gaza dei piccoli giardini dell'Eden. Oasi di verde e di pulizia nel caos palestinese che vi circonda.

Siete la' perche' credete fermamente, e avete ragione, che quelle siano terre ebraiche. Avete ragione perche' nei vent'anni in cui quelle terre erano annesse alla Giordania nessuno al mondo, se non noi ebrei, le
reclamava!

Siete la' perche' infine, dopo aver vinto in sei giorni una guerra che invocava il nostro annientamento, le abbiamo riconquistate e voi, fratelli, siete andati a spaccarvi la schiena per piantare filo d'erba dopo filo d'erba, per costruire casa dopo casa, scuola dopo scuola, ospedale dopo ospedale, giardino dopo giardino. Siete la' perche' la' sono morti i vostri figli, molti assassinati ancora bambini nei loro lettini o nei giardini di casa mentre giocavano, assassinati da quei barbari che reclamano terre mai state loro.

Siete la' perche' avete fede e credete che la Giudea sia dei Giudei, lo avevano detto i nostri Padri e nei secoli nessuna popolazione stanziale le aveva volute quelle terre aride dove , se ci si siede su un sasso e si guarda verso il deserto sembra di scorgere in lontananza, tra le dune azzurre e rosa, Abramo, Isacco, Giacobbe e Mose' col suo bastone tra le mani. Siete la' perche' siete ebrei in Erez Israel e non volete consegnare le vostre tradizioni, i vostri ricordi, la vostra terra a chi farebbe di voi e di noi tutti un bel falo' per finire il lavoro del loro grande maestro, Adolf Hitler.

Il mio cuore e' con voi, fratelli, ma dovrete lasciare quelle terre, quelle case, tutti quei prati verdi ai barbari che le reclamano e le dovete lasciare perche' questo sta nell'ordine delle cose dell'ingiustizia umana.

Il mio cuore e' con voi perche' so che dovrete portare via anche i vostri morti per impedire che vengano violati dai barbari che prenderanno il vostro posto e il mio cuore e' con voi e piange con voi perche' la Legge dice che mai ebreo deve essere tolto dalla terra di Israele.
Abbiamo visto cosa hanno fatto a Hebron delle tombe dei Padri, le hanno ridotte a tombe islamiche, Abramo e Sarah, Leah e Giacobbe riposano sotto catafalchi deturpati da scritte in arabo. Si sono presi anche le nostre radici nel tentativo di cancellarci come popolo.
Ma e' rimasto solo un tentativo perche' il popolo del Libro non si cancellera' mai, a dimostrarlo i forni di Aushwitz e i nostri 23mila morti nelle guerre per la distruzione di Israele. E siamo ancora qui.

Li ricorderemo a giorni i nostri morti, prima sei milioni e una
settimana dopo altri 23mila morti nelle guerre e per terrorismo.

Siamo stati un popolo errante fino a quando abbiamo fatto rinascere Israele e adesso ci costringono ad andare anche via dalle nostre terre ancestrali per lasciarle a chi non ne ha diritto. Il mio cuore e' con voi, Fratelli. Piange con voi. Vorrebbe gridare "Non andate via! Quella e' casa nostra, e' casa vostra! La Terra e' di chi la ama e la cura non di chi la odia e la ricopre di sangue"

Voi avete ragione quando dite che vorranno mandarci via anche da Tel Aviv, da Haifa, da Ashdod ma non ce la faranno. Dobbiamo diventare ancora piu' piccoli perche' il mondo sta con i palestinesi e non si preoccupa del transfer di ebrei, ne' si preoccupa degli ebrei assassinati.
Cosi' va il mondo, fratelli, e' la nostra storia millenaria. Dobbiamo dimostrare ancora una volta la nostra forza rinunciando a una parte di Israele, la parte conquistata dopo le loro guerre, la parte che il mondo ci vuole togliere dopo aver fatto una legge apposta sui territori presi in combattimento. Il mio cuore e' con voi, fratelli, dovrete lasciare le vostre case e ogni filo d'erba piantato colle vostre mani e venire in quel pezzo di Israele che ancora ci permettono di tenere. Quando vorranno an

 
La guerra non ha rilanciato l'economia PDF Stampa E-mail
Scritto da fonte Agi   
Sabato 08 Maggio 2004 01:00

I dati Ocse attestano inequivocabilmente che il tentativo di rilanciare l'economia occidentale con le guerre in Afghanistan e in Iraq è fallito.

7 mag. – Prosegue molto a rilento la fase espansiva tra i paesi industrializzati. Il superindice dell'Ocse a marzo registra per l'area una crescita di 0,5 punti a 124 da 123,5 di febbraio, mentre il tasso semestrale mostra un rallentamento dal 7,6% di febbraio al 7,2%. Nell'Eurozona il Composite Leading Indicator (CLI) cresce a marzo di 0,5 punti ma il tasso semestrale si contrae per il quarto mese consecutivo al 6,3 da 6,4%. Negli Stati Uniti, a marzo il CLI aumenta di 0,4 punti ma il tasso semestrale diminuisce per la terza volta consecutiva a 10,1 da 11,3%.

 
Allarmanti e tragiche le cifre della mortalità infantile PDF Stampa E-mail
Scritto da ANSA   
Sabato 08 Maggio 2004 01:00

Il rapporto annuale dell'Unicef dimostra ancora una volta che il modello di sviluppo intrapreso è catastrofico per milioni di persone

Nei dieci paesi più poveri e emarginati del mondo ogni anno 1,5 milioni di bambini muoiono prima del quinto anno di età a causa di malattie, miseria cronica e esplosione di mine. Il drammatico dato e' contenuto nel rapporto annuale per il 2004 che l'Unicef ha presentato oggi a Berlino.
Solo nella Repubblica democratica del Congo (ex Zaire) i bambini con meno di cinque anni morti ogni anno sono 530 mila. Negli Stati africani dell'Angola e della Sierra Leone, come pure in Afghanistan, un bambino su quattro non arriva al quinto compleanno.
Le malattie più frequenti all'origine della morte dei bambini sono il morbillo, la diarrea, la malaria e i disturbi respiratori. Tutte malattie peraltro che nel resto del mondo si curano regolarmente.

Anche se, negli Stati Uniti, la mortalità infantile permane molto alto, addirittura sorprendente per il mondo industrializzato.

Non sono stati resi noti i dati della mortalità infantile irachena, notoriamente altissima dal 1991 quando iniziò l’embargo di viveri e medicinali deciso dagli Usa.

 
Putin giura e inizia il secondo mandato PDF Stampa E-mail
Scritto da Agi   
Sabato 08 Maggio 2004 01:00

Al termine di una cerimonia fastosa al Cremlino. Nelle mani del Presidente della Federazione Russa buona parte del nostro stesso futuro

Mosca, 7 mag. - Prestando formale giuramento, Vladimir Putin ha oggi dato ufficialmente inizio al proprio secondo mandato quadriennale come presidente della Federazione Russa, conquistato con la schiacciante vittoria elettorale dello scorso marzo. L'inaugurazione della sua nuova Presidenza è stata celebrata al Cremlino con una grandiosa cerimonia in stile quasi zarista, alla presenza dell'elite politica del Paese: erano almeno 1.700 gli ospiti convenuti tra gli stucchi dorati della maestosa sala 'Andreyevsky' per assistere all'evento. Putin l'ha attraversata con passo marziale, poi ha posato la mano destra su un copia della Costituzione russa e ha solennemente giurato di osservarla e di farla rispettare: a quel punto sono letteralmente esplose nel salone di gala le note dell'inno nazionale.

 
Inaugurato l'Airbus 380 PDF Stampa E-mail
Scritto da France Presse   
Sabato 08 Maggio 2004 01:00

Fiore all'occhiello dell'aeronautica europea. Un progetto a lungo contrastato dagli americani con la collaborazione di alcuni governi, tra i quali, quello italiano.

Il primo ministro francese, Jean-Pierre Raffarin ha inaugurato la catena di assemblaggio del futuro aviogetto gigante A380 dell’Airbus, a Blagnac, presso Tolosa.

“Grazie per quest’emozione, grazie per questo formidabile volto dell’Europa nuova” ha dichiarato il premier salutando, in questo progetto, “il più grande aereo del mondo in costruzione e la più grande industria aeronautica d’Europa”.
L’industria non è unicamente francese: esistono partecipazioni di quota tedesche e spagnole.

L’Airbus 380 dovrebbe debuttare nel 2005 ed entrare in servizio nel 2006

 
Petrolio e benzina alle stelle PDF Stampa E-mail
Scritto da Agi   
Sabato 08 Maggio 2004 01:00

Gli Usa hanno centrato almeno un obiettivo. L'aumento vertiginoso del petrolio penalizza gli europei, porta dividendi alle compagnie petrolifere e rende conveniente l'estrazione del petrolio americano giacente in profondità.

Nuovo record da 13 anni a questa parte per il Light crude. A New York i future a giugno sul greggio Usa toccano i 40 dollari al barile. Il record storico e' di 41,15 dollari raggiunto nell'ottobre 1990 dopo l'invasione irachena del Kuwait
 
Europei in via d'estinzione PDF Stampa E-mail
Scritto da Il Messaggero   
Venerdì 07 Maggio 2004 01:00

Il declino demografico dei popoli europei. Ovvero il nostro lento, drammatico cammino verso l'estinzione.

UN ATTESO, importante declino. E' quello della popolazione che riguarda l'Europa tutta intera, e ancora di più l'Unione europea. Ieri le Nazioni Unite hanno diffuso i nuovi dati di un "esercizio" demografico che arditamente proietta le tendenze della popolazione mondiale e dei vari continenti fino al 2300. Servono solo a cercare di vedere quali possano essere i percorsi demografici e stabilire le migliori politiche per evitare i percorsi che porterebbero a situazioni ritenute non sostenibili o per assecondare i percorsi che porterebbero a situazioni ritenute auspicabili. Ma senza arrivare al 2300, che è davvero troppo lontano e audace, se si guarda alle prossime due o tre generazioni, se ci si ferma al 2050, quando saranno anziani (almeno secondo la concezione che abbiamo oggi) i nostri figli e adulti i nostri nipoti, o se si arriva al 2100, quando saranno anziani i nipoti e adulti i pronipoti, la diminuzione del peso demografico dell'Europa è comunque impressionante. Al 2050 sarebbe europeo 1 abitante della Terra su 14 e al 2100 lo sarebbe 1 su 17; contemporaneamente sarebbe africano rispettivamente 1 su 5 e 1 su 4 (e asiatico più di 1 su 2). Al 1900 era europeo 1 su 4 della popolazione mondiale, mentre oggi lo è 1 su 8.
Dai 728 milioni attuali la popolazione europea scenderebbe a 632 nel 2050 e a 538 nel 2100; nello stesso tempo la popolazione dell'Africa salirebbe dai 796 milioni di oggi (più o meno la stessa popolazione dell'Europa) prima a 1,8 miliardi (3 volte la popolazione europea) e poi 2,3 miliardi (4 volte). Soltanto con tante cifre si riesce a dar conto della straordinaria rivoluzione in atto nel pianeta e della progressiva emarginazione del continente europeo, la cui popolazione scomparirebbe quasi del tutto se le tendenze della fecondità continuassero per come sono adesso. Forse una presa di coscienza di quello che sta succedendo e di quello che, con largo margine di probabilità, può succedere in un paio di generazioni, porterebbe i paesi dell'Unione più che mai i suoi paesi più piccoli a un maggior senso di responsabilità per costruire, in primo luogo con la Convenzione, una Unione che sia forte politicamente, socialmente, economicamente. E forse anche cifre del genere aveva in mente Romano Prodi quando, invocando una Convenzione adeguata, segnalava che in sua mancanza si potrebbe avere una completa emarginazione dell'Unione.
Certamente questi dati e queste tendenze impongono una riflessione profonda sui nuovi rapporti geo-politici che tutto questo comporta fra le varie regioni del mondo e sulle sfide che attendono l'Unione europea verso l'esterno e al suo interno, a cominciare da un possibile allargamento a tutta l'Europa geograficamente definita e forse oltre. Anche perché il continente europeo sarà quello di gran lunga più vecchio nel mondo intero.
Ma si pongono per l'intanto e più che mai nel giro di uno o due decenni soltanto all'Europa quattro grandi interrogativi, che possono essere visti come vere e proprie sfide: a) si riuscirà ad avere almeno parzialmente il ricambio delle generazioni? b) lo stato sociale e il benessere delle generazioni attuali e future potranno essere assicurati da uno sviluppo economico che resti adeguato e competitivo? c) si saprà gestire la necessaria, imponente immigrazione straniera e mantenere la coesione all'interno di ogni paese? d) si sapranno intrattenere appropriati e validi rapporti con quelli che attualmente sono i paesi in via di sviluppo?
Tutte queste sfide sono già iniziate, a partire dalla prima alla quale è necessario per ora rispondere largamente di no e a seguire con la seconda che sta mettendo in crisi tutti i paesi europei sia per i problemi del welfare, sia per quelli collegati della competitività internazionale, con la terza sulle quali le risposte xenofobe o addirittura razziste non sono infrequenti, per finire con la quarta per la quale resiste la tentazione di rapporti unilaterali di ogni

 
Mandato Arresto Europeo: Castelli, Si Accorgono Che Forse Avevo Ragione PDF Stampa E-mail
Scritto da ASCA   
Venerdì 07 Maggio 2004 01:00

''Nel 2001 sono stato criminalizzato quando sollevavo dubbi costituzionali e di carattere tecnico sul testo del mandato di arresto europeo, cosi' come venne approvato dal consiglio dei ministri."

"Mi accorgo con soddisfazione che in Parlamento si fa sempre piu' fatica a trovare qualcuno che lo voglia votare. Forse si comincia a pensare che avevo ragione...''. E' quanto ha dichiarato il ministro della giustizia, Roberto castelli, interpellato al termine della conferenza stampa a Palazzo Chigi sul rinvio all'11 maggio dell'esame da parte della Camera del provvedimento. ''Il mandato di arresto cosi' com'e' formulato va a collidere con molti aspetti della nostra Costituzione - ha proseguito Castelli - e presenta numerose problematiche: c'e' ora uno schieramento trasversale che si accorge che quando dicevo che bisognava pensarci bene e che non si poteva approvarlo in tre sedute non avevo tutti i torti...'.
 
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