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La Francia riparte verso la meta PDF Stampa E-mail
Scritto da France Presse   
Martedì 18 Maggio 2004 01:00

Dopo lo scacco energetico subito in Iraq, la Francia presenta un piano di rinnovamento e di autonomia.

Controllo del consumo energetico, promozione delle enrgie rinnovabili e lancio del reattore nucleare EPR sono i temi in programma al parlamento francese.

Il progetto di legge prevede 13 articoli ed un annesso lungo quanto il progetto stesso che fissa quattro obiettivi: “garantire la sicurezza dell’approvigionamento”, “preservare l’ambiente”. “garantire un costo competitivo per l’energia” e “garantire l’accesso di tutti all’energia”.

L’annesso conferma egualmente il lancio del reattore nucleare di terza generazione EPR.

Principale novità: la creazione di certificati di economizzazione dell’energia. I fornitori d’elettricita e di gas, ovvero le aziende statali, dovranno realizzare un’economizzazione energetica al fine di ottenere un certificato. In caso contrario dovranno pagare una penale liberatoria per ogni chilovattore.
 
Perché le foto delle torture proprio ora? PDF Stampa E-mail
Scritto da Noreporter.org   
Lunedì 17 Maggio 2004 01:00

La diffusione delle foto delle torture di Abu Ghraib non capita per caso ma segue uno schema politico ben preciso: coprire mediaticamente la sconfitta militare statunitense nella piccola città di Falluja

di 'Amer 'Abd al-Min'im - ash-Shaab

Gli americani non hanno solo violentato qualche carcerato iracheno. Hanno violentato tutto l’Iraq. Perciò l’aver versato lacrime per quello che è successo ad Abu Ghreb, l’aver distratto la gente con storie e indagini varie non possono rappresentare la fine di questo crimine […] Queste foto, che hanno scioccato il mondo per la loro crudezza hanno infamato i sedicenti valori americani e hanno svelato i falsi slogan propagandati dall’America attraverso i suoi mass media e quelli dei paesi arabi, americanizzati e giudeizzati. E’ apparso chiaro che i valori di cui parlano gli Usa sono nient’altro che l’oscenità, la perversione e il sadismo. Questi soldati, che hanno accettato di farsi fotografare con quei galeotti iracheni, denudati e sotto tortura, esprimono la vera mentalità di quella banda che è alla guida degli Usa. Questi atteggiamenti animaleschi sono comuni tra questi invasori. E Bush, questo presidente bugiardo che ha dichiarato di essere stato disgustato, insieme ai suoi collaboratori, si mostrano con la maschera dei “buoni samaritani” quando hanno le mani macchiate di sangue. I musulmani, che sanno più di quanto non sia stato reso pubblico, non li perdoneranno. E sarà l’umanità intera a non perdonare loro questo atto degenere, la diffusione di questa oscenità, questo abominio. Gli Usa in Iraq hanno commesso e commettono ancora orrori e i giorni mostreranno altri crimini che non andranno certo in prescrizione […]

Ma perché le foto sono state rese pubbliche proprio ora? Non c’è una risposta precisa ma possiamo provare ad analizzare la questione in maniera logica uscendo dal flusso nel quale ci immettono i mass media trasformandoci in schiavi di questo strumento usato a piacere dal nemico per spezzare la nostra resistenza ed allontanarci dal ruolo che siamo chiamati a svolgere per respingere gli invasori. Il clamore che ha accompagnato lo scandalo delle foto ha coperto la grande vittoria della resistenza irachena a Falluja, un evento importantissimo che prepara un vero e proprio terremoto sotto i piedi della leadership e dei politici americani. Le immagini sono state diffuse nel momento in cui l’esercito americano veniva sconfitto e scappava da Falluja chiedendo aiuto ad ex leader del partito Baath e consegnando la città ad un ex ufficiale della Guardia Repubblicana con il compito di condurre ex militari con indosso ex divise.
Questa sconfitta dell’esercito americano significa molto. Il crollo della macchina bellica americana, superiore alla potenza militare di tutti gli eserciti del mondo messi insieme, vuol dire la fine dell’egemonia degli Usa sul mondo. Gli Usa non governano il mondo grazie ad una civiltà né ad una religione ma con la loro potenza militare. L’incapacità di questa potenza di entrare in una piccola città come Falluja dopo aver utilizzato tutte le sue armi a disposizione, significa il fallimento del sogno imperialistico americano, l’inizio del ritorno a casa e il crollo di tutti i piani preparati per cambiare la cartina della regione e per allontanare i musulmani dalla loro religione.
Distrarre l’opinione pubblica da una certa questione creando uno grosso scandalo è una politica notoriamente usata dagli Usa e da Israele.

La situazione militare degli Stati Uniti non riguarda solo Bush, la sua amministrazione e il suo partito. La sconfitta militare degli Stati Uniti rappresenta per loro una tragedia da tutti i punti di vista […]

Con l’evidente fallimento della crociata di Bush, ora bisogna pensare ad uscire dal pantano con meno perdite possibili. Tra la sconfitta militare ed un altro scandalo […] la seconda scelta è la migliore anche se questo può significare infangare momentaneamente [l’immagine degli Usa]. Quest’impasse si può superare con la stessa arma dei media.

Queste immagini hanno avuto il loro effetto. L’attenzione prestata alle operazioni della resist

 
Usa: da domani nozze gay legali nel New England PDF Stampa E-mail
Scritto da Ansa   
Lunedì 17 Maggio 2004 01:00

I matrimoni omosessuali che si celebreranno a partire da lunedi' nel New England saranno i primi al cento per cento legali negli Usa.

Piu' nulla puo' frenare ormai le unioni gay e lesbiche nel Massachusetts, se non una modifica della Costituzione dello Stato. Molto probabilmente si fara' ma non prima di diversi mesi, perche' i meccanismi sono particolarmente complessi. Alcune giudici di pace per non celebrare matrimoni gay o lesbici, hanno deciso di rassegnare le dimissioni.
 
Cattolici buonisti in Spagna PDF Stampa E-mail
Scritto da Libero   
Lunedì 17 Maggio 2004 01:00

Censurato il Santiago che calpesta i mori.

I canonici della cattedrale di Campostela in Spagna, una delle più importanti mete di pellegrinaggio in Europa, hanno deciso di togliere la statua di "Santiago Matamoros", raffigurante un bellicoso San Giacomo a cavallo che calpesta i musulmani, "per non turabare la sensibilità di altri gruppi etnici". L'hanno sostituita con quella "politically correct", di un San Giacomo pellegrino, subito ribatezzato "Santiago Zapatero". Un caso classico di buonismo cattolico, che in tempi di ecumenismo e dialogo interreligioso, è disposto a gettare a mare la sua sotria (che è anche di conflitti con la civiltà islamica) e la sua arte. [...]
 
SPAGNA, SI ALLE ADOZIONI GAY PDF Stampa E-mail
Scritto da Alberto D'Argenzio   
Lunedì 17 Maggio 2004 01:00

Il governo Zapatero si avvia a riconoscere il diritto anche alle coppie omossessuali

La Spagna di Zapatero apre all'adozione per le coppie omossessuali. L'idea era già presente nel programma elettorale dei socialisti ma venerdì sera è stata ripresa e rilancita da Amparo Valcarce, sergretaria di stato per i servizi sociali, la famiglia e iportatoti di handicap. "Vogliamo rendere legale ciò che già è reale", ha affermato Valcarce. Il ragionamento si inquadra nella più ampia strategia di "piena equiparazione dei differenti modelli di famiglia sotto il principio di uguaglianza e non discriminazione per nessuna ragione, incluso il sesso", uno degli obiettivi del Piano integrale per la famiglia che il governo ha lanciato questo fine settimana per il periodo 2004-2008. Il Piano è articolato in tre momenti. il primo riguarderà la nuova legge sulle coppie di fatto., il secondo i matrimoni omossessuali - ora permessi solo in Olanda e Belgio dove però le coppie gay non possono adottare figli e già previsto in alcune regioni della stessa Spagna. Infine il diritto all'adozione. Su questo punto, Valcarve ha precisato che verranno stavbilite condizioni chiare per "preservare i diritti individuali e anche queli di terzi" in relazione a questioni come l'eredità e le pensioni. In Spagna alcuni omosessuali hanno già adottato dei bambini grazie alla legge che permette l'adozione ai single, ma hanno dovuto farlo celando i propri costumi sessuali. [...]
 
I VACCINI GIOVANO PIU' AI BIMBI O AI PROFITTI DELLE MULTINAZIONALI DEL FARMACO? PDF Stampa E-mail
Scritto da BMJ - Xagena   
Lunedì 17 Maggio 2004 01:00

La pubblicazione su The Lancet di 2 casi di encefalite associati al morbillo in bambini immunocompromessi ha riaperto la discussione sulla sicurezza e sull’efficacia della vaccinazione MMR , cioè della vaccinazione contro morbillo , parotite , rosolia.

I Ricercatori del Guy’s and St Thomas’ Hospital di Londra hanno segnalato il caso di due bambini che, sottoposti all’età di 2 anni a trapianto renale, avevano sviluppato successivamente encefalite associata al morbillo. Entrambi i bambini avevano ricevuto una singola dose del vaccino MMR ( morbillo, parotite, rosolia ) prima del trapianto ( Kidd IM et al, Lancet 2003; 362:832 ). Uno studio clinico , alcuni anni fa ( Lancet 1998; 351:637-641 ) , aveva fatto ventilare l’ipotesi che la vaccinazione MMR fosse associata ad autismo.

Secondo alcuni Medici inglesi il timore dell’autismo conseguente alla vaccinazione MMR sta portando , soprattutto in Gran Bretagna, molti genitori a non vaccinare i propri figli. Questo potrebbe avere come conseguenza il ripresentarsi di epidemie , soprattutto di morbillo.

In Gran Bretagna la copertura vaccinale MMR è scesa a livelli molto bassi. In alcuni quartieri a sud-est di Londra solo il 61,4% dei bambini di 2 anni ha ricevuto la prima dose del vaccino MMR.

Secondo Simon Murch, un gastroenterologo del Royal Free and University College Medical School di Londra non ci sarebbe una relazione tra vaccinazione MMR ed autismo.

Non è della stessa opinione un altro gastroenterologo, Andrew Wakefield, co-autore dello studio che nel 1998 diede avvio alla controversia.

 
Santiago "Matamoros" matado dai suoi? PDF Stampa E-mail
Scritto da Franco Cardini   
Lunedì 17 Maggio 2004 01:00

Gli esiti grotteschi di un approccio irenistico al confronto tra culture diverse. Calpestare la propria identità non vuol dire rispettare quella degli altri.

Secondo una notizia di questi giorni, le autorità religiose spagnole si starebbero accingendo a disporre la rimozione della statua di Santiago «Matamoros» dalla prestigiosa cattedrale-santuario di Santiago de Compostela, la città galiziana da oltre un millennio mèta di un incessante pellegrinaggio a quella che tradizionalmente è la tomba dell'apostolo Giacomo, i resti del quale - secondo la leggenda - sarebbero misteriosamente giunti ai lidi del nord-ovest spagnolo dalla Terrasanta. Sulla veridicità del racconto leggendario e la verosimiglianza dell'autenticità delle reliquie di san Giacomo, il discorso è aperto
da molto tempo: è tuttavia indubbio che la tradizione del pellegrinaggio lungo il Camino de Santiago - la celebre «Via Lattea» - è una delle più forti e delle più significative del mondo cristiano. Il pellegrinaggio compostelano può essere considerato uno dei veri e propri assi culturali lungo i quali si è andata costituendo nei secoli la coscienza identitaria europea. Ciò lo rende di particolare significato in quest'anno di allargamento sostanziale dei paesi aderenti all'Unione Europea, che è del resto anche «Anno Sant

 
Mandato di cattura europeo: primi arresti PDF Stampa E-mail
Scritto da Noreporter.org   
Lunedì 17 Maggio 2004 01:00

Tre giovani basco-francesi sono stati arrestati in Francia e l'autorita' giudiziaria francese, in base alla richiesta di un ordine di cattura europeo del giudice spagnolo Baltazar Garzon, dovra' decidere se autorizzare l'estradizione in Spagna.

La colpa dei tre: aver partecipato a Bayonne (in Francia e sottolineo FRANCIA) a una manifestazione di solidarieta' con il movimento autonomista basco SEGI messo fuori legge in Spagna (e sottolineo SPAGNA).
Ecco uno dei primi colpi di maglio contro i Giovani Autonomisti Europei.
 
Lo scudetto nella bara PDF Stampa E-mail
Scritto da V. Zucconi   
Lunedì 17 Maggio 2004 01:00

Negli anni più torvi della guerra fredda e di quella ossessione ideologica che stregò brevemente la democrazia americana con il volto di un senatore chiamato McCarthy, l'edificio di oscenità e di menzogne creato dalla caccia alla streghe crollò simbolicamente e definitivamente quando l'avvocato difensore di uno degli accusati chiese, in diretta televisiva, al senatore: "Ma lei non ha più alcun senso di dignità e di pudore?".

Ci sarà qualcuno che avrà il coraggio di ripetere quella domanda, nell'Italia della televisione addomesticata e anestetizzata, al capo dell'esecutivo italiano, al nostro Presidente del Consiglio che festeggiava la propria miserabile gloriuzza in uno (scandaloso) torneo di pallone mentre i suoi soldati, i suoi fratelli d'Italia, si battevano per lui, per la stoltezza dellle sue decisioni di stratega dilettante?

Esiste ancora qualche decenza, qualche comune senso del pudore e del rispetto umano, nel leader politico nazionale che preferisce dedicare un pomeriggio al Milan piuttosto che restare in quello studio a Palazzo Chigi dove noi cittadini lo abbiamo cortesemente inviato a spese e per conto nostro, per mostrare, per almeno creare l'impressione che le gambe di soldati italiani impegnati in battaglia siano più importanti delle gambe dei calciatori miliardari che hanno preso a pedate un pallone per lui?

Sapevamo tutti, domenica pomeriggio che lo scontro di Nassiriya non era un incidente qualsiasi nè una "operazione di pace" andata storta, come la grottesca finzione ufficiale ancora pretende di definire la situazione dei nostri reparti combattenti nel sud dell'Iraq. Eppure la voglia propagandistica di sfruttare ancora una volta le pailettes di un successo sportivo, la vanagloria del tifoso e padrone che vuole apparire il condottiero trionfante di una infantile guerra sportiva vinta mentre è in corso la disfatta nella guerra reale è stata irresistibille. Non basta certamente per salvarsi la coscienza essere informati "minuto per minuto" come se la cronaca di una battaglia fosse l'equivalente di un radiocronaca calcistica e la vita di soldati spediti con l'inganno fosse assimilabile a un rigore o a un gol.

Se a chi ci governa fosse rimasto un briciolo di quel pudore e di quella dignità che l'avvocato difensore delle vittime dell'inquisizione maccarthysta non trovò in quell'America tanto lontana e purtroppo tanto vicina, il solo atteggiamento dignitoso e realmente patri ottico, anche se ormai inutile, sarebbe stato almeno evitare la festa dell'idiozia pallonara e rinchiudersi nel riserbo del padre che trema per la vita dei propri figli. George Bush, che pure del nostro Presidente sarebbe il maestro di pensiero e il protettore internazionale, ha rinunciato in questi giorni addirittura a partecipare alla cerimonia della laura delle figlie, uno dei momenti di maggiore e giusto orgoglio per un padre, per non creare l'impressione di rallegrarsi per successi privati mentre la famiglia americana subiva i traumi delle torture, dei rovesci militari e delle morti atroci degli ostaggi. Il nostro Presidente non ha rinunciato alla festa del Milan.

I soldati italiani che combattono e muoiono in Iraq sotto la bandiera di una menzogna sfacciata portano cucito sulla manica uno scudetto tricolore, come la squadra che vince il campionato, ma per 18 di loro non ci saranno feste nè premi partita, nè sorrisi compiaciuti e servili di dirigenti tronfi e ciambellani e giullari convocati alla corte del signore. Per loro, soltanto le bare, fasciate nel patriottismo falso di chi li ha mandati a morire, ma, mentre morivano, preferiva "esultare".

La sola coppa possibile, per quelli che restano ancora, sarebbe il ritorno a casa, da una missione falsa, non sconfitti dal nemico, ma da chi li ha adoperati come giocatori di quarta serie, come carne da cannone, senza decenza, senza dignità, senza verità. E ora dovranno subire anche l'ultima umiliazione della retorica patriottarda e impudente di chi accoglierà la bara, tra lacrime di coccodrillo e alè olè alè.

 
COMPAGNI DI STRADA PDF Stampa E-mail
Scritto da Ezioni all'insegna del Veltro   
Lunedì 17 Maggio 2004 01:00

Insigni Titolati dell'Italia contemporanea...

"(...) Parlare di fede e di Cristo come ha fatto Dostojevskij per me è insoddisfacente, disonesto. (...) Dostojevskij (...) professa una fede confusa e razzista. Non lo voglio per compagno di strada nel mio cammino notturno, non lo voglio (...) Mi scelgo un altro compagno di strada. Uno scrittore che non ha mai parlato di Dio, non Lo ha mai nominato e che, in qualche modo, in tutti i suoi scritti non ha fatto altro che dialogare con Lui: scelgo l'ebreo di Praga Franz Kafka. (...) Una volta mi capitò di dovermi prendere cura di un vecchio omosessuale ottantenne, completamente solo in Italia, che aveva passato la vita da parassita, divertendo magnati, industriali, re della moda: procurava loro donne (ballerine, giacché si occupava di operette), ragazzi (giacché si occupava di ragazzi) e in cambio ogni giorno aveva qualche invito a cena in case lussuose, e a natale e a pasqua (minuscole nell'originale, n.d.t.) riceveva doni in denaro. (...) Questo vecchio, alla morte di mio padre mi aveva portato in una sinagoga, per la prima volta dopo trent'anni. Lo vidi pregare, sapeva a memoria le preghiere, e quando non le sapeva mormorava sillabe senza senso, imitando l'ebraico. (...) Quando si ammalò (...)visse i suoi ultimi mesi di vita (nella casa di riposo "Gentiluomo", n.d.r.).Il suo letto, gli abiti, portavano tracce di sterco: il suo ano era allargato a dismisura per le tante penetrazioni subite. Dopo un anno di questa vita improvvisamente il mio protetto peggiorò e in pochi mesi morì". Giorgio Pressburger, Della fede. Incontro con Dostojevskij, "Nuova Corvina" (Budapest), 11, 2002, pp. 118 e 152. L'Autore, miracolosamente scampato all'Olocausto (quando era bimbo, un soldato tedesco gli offrì una caramella all'arsenico), è stato direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Budapest. Il Presidente della Repubblica, S. M.Ciampi, lo ha insignito della Commenda. Collabora al "Corriere della Sera".
 
Perché s'impennano i prezzi PDF Stampa E-mail
Scritto da Giancarlo Galli   
Domenica 16 Maggio 2004 01:00

Iprezzi del petrolio viaggiano da una settimana, sui mercati di Londra e New York, oltre i 40 dollari il barile, con tendenza a ulteriori rialzi. Le cause sono molteplici, in larga misura note: il conflitto mediorientale che rende aleatori i flussi estrattivi, cui s'accompagna la speculazione dei Paesi dell'Opec; la crescente richiesta di oro nero dell'Occidente e del Giappone, nonché della Cina. Va da sé che il rialzo trascina il valore di gas e carbone.

I problemi per l'economia mondiale sono enormi. Il caro-petrolio origina infatti inflazione, ripercuotendosi sui costi delle aziende e sui consumi privati (benzina, riscaldamento). S'è calcolato che 5 dollari di aumento del greggio automaticamente determinano una contrazione del Pil mondiale dello 0,50 per cento. Orbene: tutte le previsioni di sviluppo impostate a inizio d'anno, facevano perno sul barile oscillante fra i 27 e i 30 dollari. Da qui lo spettro di un vistoso rallentamento della crescita. Si noti bene: «preoccupazione», non ancora «allarme rosso». La ragione c'è. «Quota 41,40» registrata ieri è statisticamente un record, assoluto e negativo. Tuttavia, esaminando le quotazioni da trent'anni a questa parte, ci si accorge che i 40 dollari attuali sono lontanissimi dalla cifra - equivalente a 78 dollari di oggi, tenendo conto di svalutazione e inflazione - raggiunta negli anni Ottanta con la rivoluzione khomeinista in Iran.
Viene pertanto da chiedersi perché l'Occidente, dopo quella lezione, non abbia adottato contromisure. Con un ragionevole contenimento dei consumi, considerata la pessima reputazione dell'alternativa nucleare. Verità è che le Grandi potenze consumatrici hanno scelto una diversa strada: porre sotto tutela i Paesi produttori. Così, attraverso la longa manus delle multinazionali petrolifere, hanno provato a indurre alla ragionevolezza int eressata nazioni quali Algeria, Nigeria, Venezuela, e i Signori del Golfo Arabia Saudita, Iran, Iraq, Emirati. Con esiti che solo eufemisticamente si possono definire incerti, considerati i guai attuali.
Nel «gioco petrolifero», vi è però un elemento che con astuta ipocrisia noi occidentali evitiamo di citare. Quei 40 dollari al barile che hanno fatto suonare il campanello d'allarme, cosa rappresentano rispetto al prezzo finale pagato da aziende e consumatori?
Ben poco, visto che i vari balzelli successivi lo riducono attorno a un 15-18 per cento. E il resto? Il resto va alle Compagnie petrolifere, con raffinazione e distribuzione. In parte comprensibile, considerando le spese per la ricerca. Ma il grosso della torta, e va detto, finisce agli Stati. Al più al meno, naturalmente: in Usa, le imposte incidono mediamente per il 30 per cento sul prezzo finale; in Italia, per la benzina, oltre i tre quarti.
Onestà di ragionamento impone: sono davvero esosi gli Stati produttori, o non sono da mettere in discussione anche le politiche dei «nostri Stati»?
Basterebbe ricondurre alla ragionevolezza il prelievo fiscale e gli allarmi in parte rientrerebbero. Invece, innanzi alla sostanziale incapacità dell'Occidente a mettere sotto controllo i propri comportamenti - pubblici (le imposte) e privati (i consumi) - si risponde con spregiudicate operazioni di politica estera. Non a caso, nelle Cancellerie, si vocifera di un accordo sottobanco Usa-Russia. Per sottrarre alla galassia arabo-islamista il quasi monopolio petrolifero e nel contempo porre a disposizione dell'Occidente le immense risorse dell'ex impero sovietico. A patto di poter transitare con gli oleodotti in Cecenia e Georgia. Avremo così la Pax petroli. Nel frattempo, il prezzo del barile si impenna, l'Occidente economico trema. Mentre purtroppo l'Europa di Bruxelles, anche in questa circ ostanza assente e distratta, non sa cogliere una storica opportunità per conciliare divaricanti interessi geopolitici, e difendere quei 400 milioni di sudditi-consumatori che, alla fine, rischiano di essere gli unici a dover regolare la nuova, pesantissima fattura petrolifera.

da Avvenire.it

 
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